“Tutti noi migranti abbiamo un ricordo della Libia impresso sulla pelle” Il racconto di Tony: ecco come i migranti arrivano in Italia

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Mi chiamo Tony (nome di fantasia, nda) e ringrazio Allah che mi ha fatto arrivare vivo in Italia.
Ho attraversato il deserto africano con un pick-up. Ci ho messo tre giorni e tre notti. Io ed altre 34 persone. Ho fatto questo viaggio per arrivare in Libia, ma il mio sogno era arrivare in Italia.
Ho pagato l’autista del pick-up 400 euro, anche se io non avevo i documenti. Arrivato in Libia ho trascorso qualche tempo a fare il pastore per guadagnare qualcosa, poi sono andato a Tripoli.
Ho subito cercato un africano che parlasse l’arabo, sono stato a casa sua e ho lavorato per lui. Questo signore poi l’ho pagato per corrompere la polizia libica, perché mi mettesse in contatto con chi i migranti, come me, li porta in Italia.

Sono rimasto in Libia circa un anno. La Libia è un brutto posto, per noi che abbiamo la pelle nera. Ci trattano tutti male, anche i bambini che ci tirano le pietre. La gente mi fermava per strada e mi chiedeva se sono musulmano e ci obbligavano a pregare. Ho visto pregare anche ragazzi che non sono musulmani, perché se dici di non essere musulmano, per te sono guai.

Anche la polizia in Libia è pericolosa. Possono fermarti e arrestarti senza motivo. Io sono stato in carcere 5 mesi. Mi hanno chiesto se era mia intenzione andare in Italia ma io fortunatamente ho sempre detto di no. Il carcere in Libia è un inferno. C’è la sbarra in uno stanzone da cui si accede ad un’altra stanza, poi ad un’altra, poi ad un’altra, ed ad un’altra ancora. Non ci sono docce, non c’è neanche il gabinetto per andare in bagno. Da mangiare ci danno soltanto un panino al giorno e un po’ di acqua. E’ in questi posti dove non vedi mai la luce che ci si ammala. Io, come tante altre persone, qui abbiamo preso la scabbia. Ma fortunatamente non sono stato contagiato con altre malattie peggiori.

E’ uno strano paese, adesso la Libia, dopo la morte di Gheddafi. In giro sono tutti armati di pistola, “sono tutti poliziotti”. E sono queste persone che ci fanno le cose peggiori. Ci filmano mentre ci torturano per chiedere i soldi ai nostri familiari. Ci tagliano con i coltelli, sulle braccia o sulle gambe, ci bruciano con il fuoco, ci gettano l’acqua per poi torturarci con la corrente elettrica, violentano le donne. E spesso ci uccidono senza pietà. Tutti noi migranti abbiamo un ricordo della Libia impresso sulla nostra pelle. Per non diminuire la paura, spesso sparano raffiche di mitra in aria, altre volte mirano a terra alle gambe, e se la ridono.

Quando sono riuscito ad accumulare 500 euro per pagare la barca per venire in Italia, mi hanno fatto aspettare alcuni giorni in delle capanne in riva al mare. Eravamo tante persone, ed io avevo sempre paura che ci scoprissero e ci uccidessero. Quando il mare era buono, una sera siamo partiti intorno alle 22.
Io mi aspettavo una barca, ma invece ci hanno fatto salire su un gommone. Non so nuotare ma non ho avuto paura, Inshallah arriveremo in Italia, con il capitano che è un migrante come me ma non avendo i soldi si è pagato il viaggio guidando il gommone.

Siamo rimasti in mare fino al giorno dopo. La nave della Marina Militare Italiana ci ha salvato alle 11 del giorno dopo. Eravamo sfiniti e cotti dal sole. Ci ho messo 4 giorni per riprendermi.
In Italia hanno detto che avevo 18 anni, ma io ne avevo 17, all’epoca. Non so se dipende dal loro calendario o hanno sbagliato. Ma ho visto che succede a molti altri ragazzi. Adesso parlo bene italiano, sono ospite in una struttura per richiedenti asilo politico. Il cibo a volte non è buono, ma non mi posso lamentare. Con il nuovo governo che si è insediato inizio ad avere paura anche qui. Al telegiornale ho sentito dire che hanno sparato a due ragazzi africani con delle armi ad aria compressa. Insomma, il clima forse non è dei migliori, ma io dopo due anni dal mio arrivo non vedo l’ora di presentarmi alla commissione territoriale per raccontare la mia storia e poter dimenticare finalmente tutti gli incubi che ho vissuto.

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