Storie di latte
Nella mia vita ho incontrato e parlato con molte persone; tempo fa a casa di amici ho conosciuto una signora che, con mio stupore, mi è stata presentata come “sorella di latte”. In me è scattata una forte curiosità e mi sono imbattuta nella storia di molte donne degli inizi del ‘900 che per lavoro andavano in baliatico, cioè a fare la balia.
Erano donne dell’alta parte della Ciociaria che avevano partorito e quindi erano dotate di latte materno (molto importante per la crescita dei neonati), andavano in nobili famiglie per allattare e ricevere un compenso da mandare al resto della famiglia.
Chi aveva la fortuna di essere assunta come balia si portava dietro però un dolore immenso, quello di lasciare il proprio piccolo alla cure di qualcun’altra che lo allattava o dietro un misero compenso o per gentilezza e affetto. Era nelle famiglie contadine che si costruivano questi “legami di latte”, infatti, i figli di queste mamme in affitto definivano questi bambini fratelli o sorelle di latte e nella maggior parte dei casi, questi ultimi chiamavano mamme queste donne.
Accadevano anche casi più tristi, dove la balia affidava il proprio figlio a una puerpera che aveva partorito, ma il cui bimbo non era riuscito a sopravvivere; quindi questo fagottino affidato per essere nutrito e accudito diventava un figlio vero e proprio anche negli anni futuri, ricevendo amore e dote.
Ora le balie non ci sono più; molti giornalisti, storici e scrittori hanno definito il latte materno “oro bianco”, sarà forse per questo che nelle grandi città italiane ci sono le BLUD – Banche del latte umano donato, dove donne che ne hanno molto e sono idonee a degli standard lo portano per far sì che sia utilizzato da quelle mamme che non ne hanno.
Donne siate balie dei vostri figli, allattateli al seno perché è la migliore scelta che possiate fare.