Prendi il mio posto
di redazione
“Questa è per te, prendi il mio posto“, inizia così la denuncia di Rita Giorgio, attivista per i diritti delle persone diversamente abili, che da anni si impegna per abbattere le barriere e non certo quelle architettoniche. Anzi, anche quelle architettoniche, ma soprattutto quelle culturali.
Anni di denunce, battaglie, segnalazioni che hanno portato a tante trasformazioni culturali e architettoniche in territori non abituati a misurarsi con le diversità. “Bisogna imparare, – scrive Rita Giorgio – prima di tutto, ad abbattere le barriere culturali quelle sono le più difficili, perché se non abbattiamo quelle non si va avanti e si costringe, noi diversamente abili, agli ‘arresti domiciliari’.
Chiedo sempre la stessa cosa a tutti quelli che incontro: date fiducia alle persone disabili, non guardate dove sono seduti o se hanno dei limiti, alla fine siamo tutti diversi”.
Rita Giorgio, con la sua famiglia, suo marito e suo figlio, è riuscita a fare quello che sembrava impensabile: vivere una vita normale anche se insieme ad una carrozzina. E’ per questo che non si arrende mai. E’ per questo che denuncia sempre e comunque tutte le imperfezioni, tutti gli ostacoli che separano lei e la sua carrozzina dalla normalità e dall’autosufficienza.
L’ultimo episodio è avvenuto nel parcheggio di un’attività commerciale:
“Questa è per te, prendi il mio posto. Sì, prendi il mio posto per capire cosa vuol dire trovare un parcheggio occupato. Sì, prendi il mio posto per imparare… per capire che il materiale sotto le ruote della mia sedia fa risparmiare te ma non manda avanti la mia sedia, creandomi disagi.
Prendi il mio posto per capire le mie difficoltà e gli occhi puntati addosso. Prendi il mio posto quando crei una barriera CULTURALE, CULTURALE, CULTURALE. Prendi il mio posto quando non c’è un passaggio tattile. Prendi il mio posto quando crei una barriera architettonica e vediamo se ti arrabbi. Dimmi se per te è vita. Dimmi se questa è dignità! Dimmi se questo è il modo in cui tu vorresti vivere…..Io voglio vivere come te …”
Proviamoci tutti a metterci dalla parte di RIta, almeno per un momento.