Candele, fiori e messaggi per le vittime degli attentati di Bruxelles

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di redazione

Si accendono lumi per contrastare la notte, si intonano preghiere per tenere a freno la paura. E si torna a vivere, si torna in centro per andare a mangiare fuori, si torna in centro per ritrovarsi in quella sorta di sacrario improvvisato nel cuore di Bruxelles.

Nel giorno in cui è stata confermata la morte dell’italiana Patricia Rizzo nell’attentato alla metro del 22 marzo, la città torna lentamente alla normalità. Ieri, come ci racconta Riccardo Masia, è stato bloccato il quartiere di Meiser perché è stato ritrovato un dispositivo, non meglio identificato, che è stato detonato evitando conseguenze. Per il resto i mezzi di trasporto riprendono, piano piano, a funzionare, mentre nell’opinione pubblica si insinuano dubbi sui livelli di allerta e sugli interventi delle forze di sicurezza.

“Ieri – ha spiegato Riccardo – tra le persone in piazza c’erano 200 volontari della Croce Rossa, insieme a Vigili del Fuoco, infermieri, medici… il messaggio è stato abbiamo lavorato tutti insieme mano nella mano martedì e anche oggi siamo insieme per rendere omaggio alle vittime, ed esprimere a tutti quelli che soffrono che siamo sempre con loro“.

Davanti Place de la boursepiazza della Borsa, la piazza è ricoperta da un manto di lumi, candele, fiori, biglietti. Il luogo dell’addio alle vittime e, insieme, il punto da cui ripartire ascoltando l’Inno alla gioia eseguito dall’orchestra filarmonica. “Per ora – ha detto Riccardo – resterò a Bruxelles. Non me la sento di partire. Resterò in città”.

Le foto di Riccardo Masia ritraggono piazza della Borsa nel centro di Bruxelles dove ieri sera centinaia di persone si sono riunite in preghiera

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