Stavolta, io sarò là

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Era questo quello che non riusciva più a tollerare. Questo essere soli davanti al mondo, a Dio e agli uomini. Questo dover andare sempre per la propria strada, questo inesorabile senso di competizione, questo dover viaggiare da soli, questo essere soli. Non poteva più sopportare questo suo essere solo tra milioni di solitudini. Non riusciva più a concepire che la vita fosse questo correre all’impazzata difendendo con le unghie e con i denti un orticello di gramigna.

Ogni sera, quando tornava a casa sua, sognava di potersi sedere intorno alla tavola della cucina e di poter parlare con sua moglie e i suoi figli. Voleva, con tutta l’anima, ascoltarli, conoscerli, interrogarli. Ogni sera, le sue speranze venivano deluse. Sua moglie, frustrata e sola, non lo degnava di uno sguardo, i suoi figli, apatici e svogliati, trangugiavano il cibo senza assaporare nemmeno una parola. Guardava il telegiornale e di solito non capiva se stavano trasmettendo notizie nuove o vecchie. Tutte gli sembravano già note, già sentite, già viste. Nessuna notizia aggiungeva nulla al suo bagaglio di conoscenza, alcune sembravano palesemente inventate, altre evidentemente contraffatte.

Nel cuore sentiva una colata di ghiaccio che lo rendeva inerte e ne anestetizzava i sentimenti. Non sapeva da quanto tempo non provasse più il sentimento della compassione, sentiva invece il disgusto per l’umanità che lo circondava. Non ne poteva più di andare da solo per la sua strada. All’inizio, quando era ragazzo, aveva lavorato con quella gente che divideva il tempo e la vita, che stava sempre dalla stessa parte, che non aveva paura e sfidava le regole del mondo perché la lealtà e l’amicizia venivano prima di ogni altra cosa. Aveva condiviso qualcosa, per qualche tempo. Poi, gli avevano detto che nel lavoro emergono solo i migliori, che devi sempre dimostrare qualcosa a qualcuno, che la vita è una lotta, che “mors tua vita mea” è l’unico motto da ricordare, gli avevano detto che…

Si guardava intorno e, in segreto, pensava a quel volantino che aveva schiacciato nella tasca della giacca. Sì, stavolta ci andrò, stavolta non mi tirerò indietro, stavolta sarò un uomo in mezzo ad altri uomini. Pensava al suo posto nel mondo, pensava ai suoi sogni, pensava a non voler essere più solo. Non ne poteva più di sopportare il peso della solitudine che il mondo gli aveva imposto. Stavolta sarò là. Non mi chiuderò ancora in casa, non mi nasconderò dietro la porta. Stavolta io sarò là.

Paola Caramadre

Giornalista, autrice e lettrice onnivora e curiosa. Promotrice culturale, 'regista dei libri' e cofondatrice di Tantestorie.it

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