Si è spento il sorriso più bello della seconda guerra mondiale, San Pietro Infine piange Carmela Carciero

Carmela Carciero
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Il sorriso più bello della seconda guerra mondiale si è spento. Oggi San Pietro Infine piange Carmela Carciero. “Ridi bambina, ridi” le disse John Huston tra le macerie del paese appena distrutto dalla furia bellica, imprimendo per sempre sulla pellicola il suo bellissimo sorriso, testimonianza diretta della gioia di una liberazione avvenuta dopo tanta sofferenza e crudeltà, come lei stessa ricorda in un’intervista di qualche anno fa fatta insieme ad una delle persone che più le hanno voluto bene, il cugino Gino.

“Mi ricordo quando iniziarono i bombardamenti e mio padre disse: ‘ragazzi, qui bisogna scappare’. In mezzo agli oliveti si vedeva tutto un fulgore di luce che non finiva mai e la mattina dopo iniziò questa benedetta guerra e cominciarono ad arrivare i tedeschi. Iniziò un periodo non facile soprattutto per gli uomini che venivano portati via. Mio padre ci raccolse e ci spostammo in montagna, ci nascondemmo alla Radicosa a San Vittore del Lazio. Nel frattempo i tedeschi avanzavano e cominciarono a bombardare con le cannonate. Appena rallentarono un pochino le azioni militari tornammo in paese. Durante la discesa ci accorgemmo che sul Montelungo c’era una vedetta tedesca e il padre di Evangelista Colella che ci precedeva fu preso in pieno da una bomba. Ci buttammo subito a terra su incitamento di mio padre e restammo lì, immobili a terra, fino a sera. Ritornammo indietro e rimanemmo una settimana fermi, poi riuscimmo a tornare in paese. Ma i bombardamenti proseguivano e allora ci rifugiammo, insieme agli altri paesani, nelle “grotte della valle”. Molte delle quali erano state scavate dagli uomini. C’erano almeno sei grotte comunicanti. Mentre si scavava un’altra cavità in cui nasconderci, restammo in un rifugio che era una stalla. I tedeschi entravano per cercare gli uomini e i ragazzi da rastrellare e colpivano con le sciabole le coperte su cui stavamo pensando fossero nascondigli. Era proprio così, sotto di noi c’era nostro padre. Intorno a noi sentivamo i bombardamenti continui. Rimanemmo molto tempo nascosti in quel modo. Quando uscimmo fuori trovammo le nostre case distrutte. Noi bambini eravamo tutti impauriti e ci trovammo gli americani. Tra loro, c’era un soldato, che ci diede caramelle e cioccolata. Proprio quando uscimmo fuori dai nascondigli incontrammo un giovanottone alto. Era proprio John Huston. Lui mi guardò e mi disse: Su bambina ridi, ridi! Fai un sorrisino.
Capirai, con tutta quella paura che avevamo, dovevo pure sorridere! Mi tranquillizzai, mi misi a ridere piano piano”.

Huston le parlava in italiano o in inglese?
“Quando mi chiese di sorridere parlava in italiano, era un bel ragazzo. Io l’ho visto solo in quel momento quando siamo usciti dalla grotta e davanti a me c’erano i miei fratelli. E’ stato un flash”.

Il regista aveva dei cameramen?
“No era solo, aveva una sola macchina fotografica di quelle americane quelle grandi”.

E Huston rimaneva distante dalle persone?
“No stava in mezzo al popolo, in mezzo a noi e lui stava lì davanti.
Mi avrebbe fatto piacere rivederlo perché quando siamo usciti dalle grotte e l’ho visto è stato gentile con noi bambini, è stato carino”.

Ciao Carmela, il tuo sorriso ha fatto la storia e San Pietro non ti dimenticherà.

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