Settembre, finalmente
La vacanza è mancanza.
Mancanza di soldi. Mancanza di tempo. Mancanza della routine quotidiana.
E tu non sei pronto per questa mancanza. Fai finta di esserlo, per stare al passo con i tempi.
Per una settimana niente più file alla posta, commenti sugli immigranti e ponti che crollano.
Riempi di foto la memoria del tuo cellulare e poi le fai vedere. E ti dicono che sei bello e ti chiedi perché ci sia bisogno di andare così lontano per fartelo dire. Il tuo low cost vale molto di più del prezzo pagato perché sei stato bravo a fare l’affare.
I ricchi non fanno vacanza, il loro è un modo di vivere. Se hanno bisogno di prendere un aereo non si fanno problemi, lo prendono. A volte lo comprano proprio. La vacanza, quella vera non esiste. Perché devi mediare di tanto in tanto, devi fare qualche conto. E menomale che il telefonino è di nuova generazione. Attivi la calcolatrice senza farti vedere. E se non puoi togliere il coperto dal conto, ti accontenti di un piatto meno costoso. Ma manca la carta del vino con il prezzo. E rinunci, oppure ripieghi sul vinello locale, quello che spesso ti va di traverso. E sacrifichi la cena, perché una cena senza vino è una serata mal consumata.
Mancanza, mancanza, mancanza. Tra la nostalgia del tempo che vola ti riempi di buoni propositi per l’anno che verrà, come se fosse il primo dell’anno. E sì, perché per un sognatore settembre è il capodanno della propria vita. E ti aggrappi alla tua unica certezza.
Settembre, finalmente.