Schiuma

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I piedi bagnati dalle onde che si infrangono sulla bianca sabbia.

Li osserva dall’alto, guarda la schiuma che avvolge le sue caviglie, e ogni volta ritraendosi lascia dei resti che si dissolvono in piccole bolle, che scompaiono pian piano, una alla volta.

Questa scena si ripete, perpetuamente, ad un ritmo irregolare, sempre uguale a se stessa ma sempre diversa allo stesso tempo. E’ tutta la vita che prova un enorme senso di terrore di fronte all’oceano. Un terrore grande quanto il fascino che esercita su di lei.

Questa immensa distesa sconfinata di acqua nella quale potrebbe così facilmente dissolversi per sempre. I confini davanti ai suoi occhi si perdono all’orizzonte. Non saprebbe quasi distinguerne la superficie dal cielo. Se lo osservasse a testa in giù forse non cambierebbe nulla. Continua a guardare la schiuma avvolgersi attorno ai suoi piedi. Sembra voglia trascinarla con sé, onda dopo onda. Così come trascina con sé la sabbia. La seduce, la attrae, e l’altra si lascia attrarre e sedurre. Lentamente la invita verso il proprio corpo. Così l’amante ora si protrae verso il seduttore e il momento dopo si scosta leggermente.

E’ un gioco d’amore quello tra l’acqua e i bianchi granelli. Ma alla fine il mare ha la meglio e domina la sabbia, che è parte di lei, e giace sul fondo, soggiogata dal suo amore. Eppure quell’amore concesso non basta, vuole fare suoi tutti i granelli del mondo. Così, un’onda dopo l’altra, cerca di raggiungere ogni angolo della spiaggia, inutilmente. Insoddisfatta, delusa e colma dell’immensa tristezza che solo l’oceano può contenere, tenta per l’eternità. Continua a perpetuare questo sogno di possedere la terra, avvolgendola con il suo corpo, bagnandola con le sue lacrime, osservando come queste si riasciugano ogni volta. Soffre e si pena da tutta la vita, ma non può farne a meno. Ha bisogno di amare, di possedere, completamente. Una parte ne possiede già, perché non può averlo tutto? Il desiderio è troppo grande, costantemente alimentato. E la schiuma è dunque il figlio dell’attrito di questa passione, della parziale soddisfazione e della complementare agonia.

I piedi di Selena sono un estraneo che assiste a continui litigi e riappacificazioni. Assiste e prende parte ad una costante e meravigliosa battaglia d’amore che non potrà mai trovare pace.

Un testimone della passione travolgente che schianta sulla riva, sugli scogli e sugli amanti tutta la sua disperazione nel tumulto delle onde. Due amanti che non potranno mai aversi completamente, e non si stancheranno mai di cercarsi, di desiderarsi. Ogni volta c’è un granello in più da conquistare. Ogni volta l’amore partorisce nuova schiuma.
Selena osserva queste continue guerre e lei è mare. Lei stessa è schiuma sulla riva, in continuo mutamento, ma è anche acque trasparenti e cristalline. Ora è un profondo abisso sconfinato, impenetrabile, troppo denso e scuro per lasciare osservare sotto la superficie, ora è il mare in tempesta che si agita e si dibatte nel tormento, sotto la pioggia che cade disperata su di lei.

Lei è l’amante che trascina a sé l’amato, che desidera tutto, tutti i piaceri del mondo, senza stancarsene mai.
Cammina sulla sabbia, seguendo le dolci curve bagnate lasciate in riva dalle onde. Un percorso traslucido che si illumina davanti ai suoi occhi ad ogni passo. Continua a pensare a quanto sarebbe facile immergersi e lasciarsi andare in balia delle onde. Lei in fondo è già mare.
“Voglio che la luna mi illumini ogni notte. Voglio essere la superficie che ne genera il riflesso, diventando così anche io parte della luna.”
Con questo pensiero ad ogni passo si addentra sempre di più, incessantemente, lentamente, finché l’acqua non le raggiunge la vita. Il suo vestito bianco si solleva, galleggiando sul filo del mare. Continua ad avanzare. Ad ogni passo, rallentato sempre più dalla resistenza che l’acqua le oppone, si immerge, proseguendo verso l’abisso che le si mostra ai suoi occhi. I capelli che sembrano fluttuare sulla superficie creano una scia nera dietro di lei, un’ombra che incombe alle sue spalle. Il mare inizia ad agitarsi. Non vuole la sua purezza, non vuole soffrire ancora, e ancor meno vuole che altra sofferenza si aggiunga al suo fardello millenario. Ma Selena non si lascia convincere, o impietosire. Non è pura. Vuol diventare finalmente schiuma d’onda che si infrange con forza e violenza sui suoi amanti. Mischiata a lacrime e sangue e corpi e sperma. Nata per generare la vita e per rinnovarla, dopo aver accolto la morte che con la vita stessa ha costretto a portare con sé.

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