Scheggia 5 Questa sera parlerò con il silenzio
“Questa sera parlerò con il silenzio, cercherò nel suo attento sguardo una bianca sorridente margherita, ascolterò la sua voce. Carezzerò le corde dei miei pensieri rannicchiata fra le sue braccia mentre le lievi dita del suo respiro sfioreranno la mia pelle, le mie pupille.”
Lo sento, mi stringerà così forte che il suo sereno iride, fuggevole, rasenterà il mio, scuro e nero come le tenebre mentre la lieve mano dei sogni e delle speranze cullerà i miei sorrisi fra le dolci bianche note del vento, del respiro del mare.
Le mie paure svaniranno mentre il signore degli irascibili vulcani e delle millenarie grotte mi regalerà uno scudo di carezze intagliato e una corazza forgiata dal riverbero più segreto e interiore dei miei sguardi.
Il silenzio ascolterà la rauca voce delle infuocate onde della mia mente, il sibilo del sogno dell’oblio, dell’incubo e dell’angoscia, il sommesso battito del cuore fra la coltre di nebbia della mente. Ascolterà la sottile voce dell’animo persa fra il nulla e il vuoto, persa e non più trovata, persa e desiderata. Il silenzio parlerà con le mie paure delle mie paure, comprenderà ogni sussurrata parola e lascerà fluire la foschia e il grigio lontano dalle mie viscere, dal mio stomaco, dal mio intestino.
Smarrirò la via e il sentiero fra i sereni tuoi occhi e troverò una donna piccola e smunta ad aspettarmi affamata. Desinerà fra i miei pensieri fra i fiori della mia mente e poi camminerà lenta fra la folla di volti e di incauti sguardi; passo dopo passo, ora, ora dopo ora, le sue stremanti ginocchia acquisteranno sicurezza e forza, i suoi fuggenti occhi cercheranno i visi dell’odio e dell’amore, della gioia e della sofferenza.
Sorriderà alla Luna e alle stelle, alla cattiveria e all’angoscia, sorriderà di sicurezza e di forza e parlerà di rami spezzati e ai sassi, al vento e alle nuvole; sorriderà e amerà come il passato ricorda, come la musica dell’animo o riecheggerà di nuove gioiose note fra gli archi e le volte della sua mente, fra le ombre e i silenzi dei suoi sguardi. La speranza rifulgeva nei suoi limpidi occhi, nella serena oscurità della sera, nelle stelle mentre il canuto uomo osservava silenzioso il suo viso, i suoi tremanti sguardi, i suoi pensieri d’argento.
Scivolavano piano la notte e le dita si stringevano alle dita e il sicuro sorriso dialogava con il sorriso fragile innocente dei timidi.