Quando il vento smise di soffiare
di Paola Lombardi
Nora non seppe mai dire quando arrivò il momento della consapevolezza. Per tutta la vita si era sentita come un fuscello, come una canna al vento. Sì, come una canna mossa dal vento, come il titolo di un romanzo che le era piaciuto, Nora non aveva mai avuto bisogno di scegliere niente. La vita lo aveva fatto per lei. Si era sposata, come tutte le sue coetanee, aveva avuto due figli. Li aveva amati? Non si era mai fatta questa domanda. Li aveva cresciuti, accuditi, li aveva consolati e li aveva sgridati. E loro? Nora sospettava che l’avessero sempre disprezzata, anche quando erano bambini indifesi. Nora non fu mai capace di capire come fosse suo marito. Non lo conosceva per niente. Avevano vissuto insieme, lei gli aveva lavato i vestiti, gli aveva preparato la colazione, il pranzo e la cena, aveva cucinato per lui, i suoi amici e i suoi colleghi, ci aveva dormito insieme, ma che ne sapeva chi fosse quell’uomo? Nora era stata per tutta la vita come un giunco senza volontà mossa dal vento. Non si era spezzata, è vero, ma cosa aveva fatto? Aveva ondeggiato senza farsi domande perché troppo impegnata a fare cose necessarie per tutti.
Un giorno avvenne qualcosa di strano. Nora scoprì una parola nuova, si stupì lei per prima quando disse ‘no‘ per la prima volta in vita sua. Lo disse ad un ragazzo che cercava di venderle un aggeggio per la cucina. Si sentì infastidita e gli disse a voce alta, troppo alta per lei, “se ne vada, non compro niente”.
“Davvero non vuole vedere la dimostrazione?”, chiese il giovane. “No”; rispose decisa Nora.
In quel momento capì che dire ‘no’ era bellissimo.
Dire ‘no’.
Si sentì felice. Quella sera non preparò la cena, si chiuse in camera da letto e si mise a leggere. Quando era ragazza le piaceva leggere. Poi, aveva smesso. Riprese in mano un libro e si sentì meglio. Il vento aveva smesso di farla ondeggiare. Nora decise cosa avrebbe fatto. Avrebbe imparato a dire anche ‘no’. A cinquant’anni suonati decise di cambiare tutto. Scoprì di poter avere delle amiche con le quali condividere delle passioni e degli interessi. Si interessò della biblioteca pubblica del suo paese, era abbandonata da anni. Pensò di organizzare un servizio di volontari per tenerla aperta. Decise di darle un nome. Pensò a una scrittrice che aveva amato molto. La fece intitolare a Grazia Deledda.