Prede e predatori
di Laura De Santis
Nessuno avrebbe mai saputo niente. Nessuno avrebbe mai dovuto vedere cosa accadeva nell’ufficio chiuso al pubblico. Quando le porte si chiudono, quando i clienti escono e si allontanano, gli estranei non sono ammessi e resta soltanto il personale. Oltre quaranta persone disposte in piccole stanze che affacciano su uno stesso lungo corridoio. Le luci al neon, le porte a vetro, alcune piante prive di fiori che rendono l’ufficio banale. Un arredo da catalogo e un design che non lascia spazio all’immaginazione. Normale, come deve essere un ufficio.
Scontato come devono essere i sorrisi dispensati con dovizia ai clienti di ogni giorno. Una scia indistinguibile di profumi emanata da tutti i dipendenti, uomini e donne, emblemi viventi di uno stile scontato: uomini e donne da ufficio che vivono come pesci chiusi in quelle anguste stanzine chiuse con ridondanti porte di vetro. Enormi superfici di cristallo che lasciano vedere atteggiamenti e gesti privando gli uomini e le donne dell’ufficio da qualunque forma di intimità. Visibili sempre dall’esterno, anche quando il cliente è uscito, anche quando si avrebbe voglia di togliersi per un istante le scarpe.
Visibili sempre, sotto gli occhi dei colleghi in ogni momento e nello stesso tempo chiusi dentro e isolati dalle pareti di vetro. Gli uffici moderni dove il vetro e il metallo appaiono come architravi della piramide dove emergono solo i capi. I clienti entrano ed escono, non si lamentano quasi mai. I dipendenti li accolgono sempre con il sorriso fresco sulle labbra, con le loro mani curate e gli abiti alla moda. Non ci sono mai toni troppo alti e mai note stonate. L’aspetto, la voce, i gesti rendono tutti gli impiegati identici e intercambiabili e i clienti non si lamentano quasi mai. La gentilezza e quella forma di servile deferenza sono una garanzia per gli utenti.
Ma quando le porte si chiudono e gli estranei non sono più ammessi, i sorrisi scompaiono dai volti degli impiegati, la cordialità e le buone maniere cedono il passo alla legge della giungla. Dismessi i sorrisi entrano in scena le risatine di derisione, i box di vetro si trasformano in gabbie, tutto è ammesso. Compresi i colpi bassi e le delazioni. Tutti diventano nemici di tutti. Per compiacere il capo i dipendenti sono disposti a tutto e non indietreggiano di fronte a nessun tipo di vessazione. Se qualcuno finisce nel mirino del capo, i colleghi si trasformano in carcerieri volontari. Solidarietà, comprensione, spirito di squadra non esistono. Esiste solo la legge della giungla dove le prede si credono predatori.