Perché evitare i decaloghi
di Laura De Santis
Perché evitare di leggere i decaloghi.
Non è una domanda, ma una convinta affermazione. Evitare di leggere i decaloghi non basta, è necessario mettere in chiaro anche le motivazioni per le quali sarebbe meglio ignorare l’esistenza di ‘cose da fare o non fare‘.
Avere una buona dose di autostima, quel tanto che basta per sopravvivere alle avversità della vita, è l’ingrediente base per la realizzazione di un’esistenza, non dico felice, ma sicuramente accettabile. Ci sono molti nemici della dose minima di autostima, soprattutto per quanto concerne il genere femminile, e tra questi si nascondono i decaloghi.
Società di psicologi, medici, psichiatri, economisti, letterati, filosofi, pedagoghi, sociologi, scienziati vari, esperti di marketing, stilisti, blogger e giuristi, consumano le meningi nel tracciare liste di cose da non fare, elargite, solitamente a mezzo stampa, ai comuni mortali.
I decaloghi sono di gran lunga peggiori degli oroscopi, condizionano la tua vita quotidiana in maniera subdola, mandando in crisi anche i sistemi esistenziali più consolidati.
Per esempio, “trenta cose da non fare dopo i trent’anni” è una minaccia atomica nei confronti di almeno due generazioni di quarantenni che fanno esattamente le stesse cose che facevano prima dei trent’anni. Chi glielo spiega ai compilatori del decalogo che in quindici anni non hanno cambiato stile di vita perché avevano raggiunto la perfezione prima dei trent’anni? E invece, no. Scorrere la lista manda in tilt il ‘piano quinquennale’ del quarantenne che si riconosce, uno dopo l’altro, nei divieti assoluti condensati nell’elenco. Il mio amico si aggirava per casa, dopo aver letto l’elenco, mordendosi l’unghia del pollice e mugolando come quando pensa intensamente ad un progetto che deve realizzare. Mi guarda e mi fa: “Secondo te cosa si intende cambiare gli asciugamani solo quando viene qualcuno a trovarvi? Io non lo faccio. Non li cambio ogni volta che viene qualcuno, venite tutti, tutti i giorni! Che faccio? Ingolfo la lavatrice?” e si mette a guardare fuori dalla finestra, come quando uno dei suoi progetti non arriva tra i primi dieci. I decaloghi sono così. Mandano in crisi anche gli ottimisti. E i vegetariani. Come mia cugina: “Secondo te, davvero dovrei mangiare il carne cruda? A me non piace il pesce crudo, figurati il maiale! E se proprio lo vuoi sapere non mi piacciono nemmeno i cavoli! Col cavolo che li mangio”.
L’apice della frustrazione si raggiunge quando si leggono i decaloghi del bon ton virtuale. Vietato assolutamente postare foto che vi ritraggono in situazioni che sarebbe meglio dimenticare e che potrebbero mettervi in imbarazzo di fronte ai colleghi. Ci siamo interrogati in quindici su questo punto. Cosa intendeva esattamente l’autore del decalogo? Cosa potrebbe metterci in imbarazzo con i colleghi? Cosa che già non sanno e gli serviamo su un piatto d’argento ogni giorno lavorativo trascorso insieme? Per esempio che facciamo ancora le bolle con la cannuccia nel bicchierone di coca cola? Oppure che nei tempi morti aggiorniamo facebook o peggio che giochiamo all’evoluzione del tetris? Oppure che giochiamo a freccette usando la foto del capo come centro? Ma questo lo sanno già. Tutti, purtroppo.
L’angoscia profonda e vera arriva quando gli espertissimi di fashion lanciano la lista delle cose da non indossare quando si superano gli anta.
Il divieto è assoluto e categorico.
Secondo gli espertissimi, il giorno dopo il quarantesimo compleanno bisognerebbe aprire l’armadio, armarsi di centimetro e misurare tutte le gonne e tutte le maglie, tutte quelle che misurano meno di un tot prestabilito andrebbero gettate dalla finestra senza indugio. E se le conservassimo almeno fino a quando ci entriamo ancora dentro? No! E’ vietato.
Ma il punto vero di riflessione è… Ma i decaloghi si possono contestare? Io li conservo, li metto da parte. E posso garantire che vanno in contraddizione abbastanza spesso. Quindi mangiate carne, ma non mangiatene assolutamente, mangiate tanta verdura, ma non potete mangiare sempre verdura, viaggiate, ma non fatelo. Guardate la tv, ma evitate di guardarla. Mangiate cioccolato, ma cosa dite? Il cioccolato? Siete pazzi? Vi state avvelenando! Accudite animali, ma no! Meglio non avere animali in casa. Niente minigonne dopo gli anta, ma sì alle microgonne dopo i settanta. Abbiate opinioni vostre, ma non divulgatele in pubblico! Siate malinconici, ma sprizzate gioia da ogni poro.
Io i decaloghi li conservo, li colleziono e li collaziono, hai visto mai che prima o poi riesca a compilare l’elenco perfetto delle cose da fare assolutamente nella mia vita?