Paura di crescere
di Marika Addolorata Carolla
“Ragazzi, oggi compito in classe a sorpresa. Vi scrivo alla lavagna la traccia, il tempo a disposizione è di centoventi minuti. Silenzio tombale”.
Quella mattina ero davvero nervoso con mio padre, per l’ennesima volta non sarebbe venuto alla mia partita di calcio. Era la finale. Ci mancava questa bella sorpresa. Odio scrivere.
Il tema era: “Gli adulti e i piccoli, due mondi diversi. Due diverse prospettive e modi di espressione. Esponi le tue idee a riguardo”.
Non poteva esserci, in compenso, a quella brutta lite a casa un tema più appropriato.
Rumori diversi, parole discordanti, continue incomprensioni: ecco gli adulti. Ci si abitua a credere da piccoli che l’amore è per tutti, la felicità semplice da conquistare, e che il Bene trionfa sempre. Il mondo che viene presentato ai bambini è pieno di stereotipi sbagliati e d è solo crescendo che la vita si rivela davvero per ciò che è: una scalata dura e ripida. Lo stesso accade per i sentimenti. Da adolescenti si spera di innamorarsi e di essere ricambiati, soprattutto accettati da qualcuno. A venti anni, invece, ci si rende conto che magari nulla era così fantastico come prima. La realtà è più cupa di ciò che si immagina. I giovani si sentono immortali, in lotta con tutti, sono pieni di ideali. Sono tanto fragili, costretti davvero a crescere perché il tempo passa in fretta e c’è bisogno di lavorare, studiare, essere indipendenti. In fondo questa voglia di crescere è solo una gran fregatura. Il mondo dei grandi è tanto triste e ricco di problemi. Con gli anni perde il suo fascino, ma ormai l’infanzia è perduta. Conservarne un briciolo nel cuore richiede tanto coraggio contro i fantasmi della realtà. Gli adulti diventano piccoli, mentre un tempo erano i veri giganti e supereroi. Ci si fida delle loro parole, ci si lascia cullare dalle loro carezze, ci si lascia amare senza paura di dover soffrire. L’innocenza è nei cuori di chi ancora non conosce le cadute, e il male che spesso anche le persone che ci sono vicine possono commettere. I bambini vivono della perfezione, i grandi dell’umanità, dell’errore e del perdono. Prima o poi crescere tocca a tutti, non vi è possibilità di scelta. I grandi sono davvero un casino. Secondo me sono più paurosi, timorosi di noi ragazzi o meglio, anche dei bambini. Hanno tempi di attesa molto lunghi, ricevere le loro attenzioni costa davvero molto, quando si ha la mia età. Ci credono già grandi ed autonomi, non comprendono i nostri silenzi, le nostre lacrime, i nostri cuori infranti. Dicono di avere problemi ben più importanti a cui pensare, ma questo non so se sia vero. A giugno ho la maturità, ma di un uomo ho appena la barba che da poco è spuntata. Ho ancora tanto da imparare, tanto da sognare. Qualsiasi cosa accadrà nella mia vita scelgo di essere felice. Non voglio diventare un vecchio, noioso e brontolone.
Giovanni Rossi