Novanta paure

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Al civico undici di Via Sofonisba Anguissola convivono nove famiglie: ventotto persone, cinque animali e  novanta paure.
Ogni persona ha tre paure, ma c’é la misteriosa inquilina del sottotetto che ne ha quattro. Ogni animale ha una paura. Alfredo, l’innocuo alano del quarto piano teme Ugo, il bassotto del primo piano. Ugo é piccolo e malvagio. Il suo latrato é terribile, fastidioso e non fa sconti. La paura di Ugo é la sua padrona. Lui ha un suo corredo, ha la sua lettiera nel bagno di marmo freddo, ha i suoi croccantini di prima qualitá, ma non puó correre per l’appartamento, nonostante sia molto ampio e spazioso e con poco mobilio; rovinerebbe il parquet di palissandro. Non puó fare i bisogni nell’erba come gli altri cani, non puó leccare le mani perfette della signora, soprattutto il martedí quando lei torna dalle due ore di manicure.
Sopra l’appartamento della padrona di Ugo abita invece Ada, una ragazzetta di nove anni.

Ada ha paura che la madre le metta il sale sul pollice mentre dorme per farle smettere di succhiare il dito. Ada ha paura dell’inquilina del sottotetto. Tutte le volte in cui ci si imbatte scoppia in un pianto dirotto. Ada ha paura che un piede le cresca piú dell’altro come ad un’amica dell’amica della sua mamma che deve sempre acquistare due paia di scarpe perché a sinistra porta il 36 e a destra il 38. Ogni mattina prima di essere accompagnata a scuola misura la lunghezza dei suoi piedi.
La madre di Ada ha paura che la figlia non sia normale. Si sente lei la causa delle sue stranezze. Si sente in colpa perchè il marito le ha lasciate scappando con un’altra e lei non ha fatto di tutto per trattenerlo. Ha paura di dirlo a sua madre e di leggere sul suo volto la parola “fallimento”. La sorella di Ada ha paura di rimanere vergine fino ai venticinque anni e di battere il record di sua zia Rosaria. Ha paura di Alfredo e che suo padre non la chiami per sapere come sia andata l’interrogazione su Montale.

La zia Rosaria, che si é trasferita a casa loro per stare vicina alla sorella e alle nipoti, ha paura delle persone. Teme l’umanitá. Vorrebbe vivere su una montagna in solitudine, ma ha anche paura di creature soprannaturali e cosí da sola non puó stare mai. Ha paura del colore bianco come Gregory Peck in “Io ti salveró”.
Sullo stesso pianerottolo abita Giacomo. Giacomo da qualche mese teme i numeri dispari e cosí ha dovuto rifiutare un ventisette in Filologia romanza. Sta pensando di trasferirsi nel sottotetto perché non vuole più stare al secondo piano. Tanto sembra non ci abiti nessuno lí in alto.

Giacomo ha paura che un giorno arriverá in Universitá in pantofole perché si sará dimenticato di indossare le scarpe. Questo è uno dei suoi incubi frequenti: quando si accorge di avere le pantofole ai piedi é giá troppo tardi e tutti stanno ridendo di lui. Giacomo ha paura di incontrare l’attraente vicina di casa quando non é a posto e cosí si cosparge i capelli di gel e si improfuma anche quando va a buttare il sacco dell’umido, ma finisce sempre per incontrare la sorella minore di lei.
All’ultimo piano abita Claudia e domani perderá una ghiandola del Bartolini. Le hanno assicurato che si tratta di un’operazione semplice. Ció che teme é di dire qualcosa di molto imbarazzante al risveglio, sotto l’effetto dell’anestesia, come é successo all’amica dell’amica della sua amica. Claudia ha paura di morire con i capelli crespi. Pensa che non sarebbe felice se dovesse morire proprio un giorno in cui, magari a causa dell’afa estiva o di banale prigrizia, non abbia domato e lisciato la sua chioma ribelle. Claudia ha paura di modificare negativamente il destino delle persone. Pensa di poter controllare il fato. Razionalmente sa che  é una convinzione folle, ma se non cambia subito posizione al piatto nello scolapiatti, accadrá qualcosa di brutto alla persona alla quale in quell’istante sta pensando; e cosí di solito impiega circa quindici minuti in piú a lavare le stoviglie rispetto a qualunque altro volenteroso.

Di fronte a Claudia vive Cesira con i suoi figli: l’adolescente Michele e il primogenito. Michele é omosessuale, ma ha paura di dirlo alla madre, ne soffrirebbe troppo; e cosí cerca di mostrarle spesso la sua virilitá per farla stare tranquilla: lascia sempre che sia lei a cucinare e addirittura a girargli il caffé. Talora abbandona qualche boxer sporco in mezzo alla camera e si obbliga a guardare qualche partita di calcio, imitando i comportamenti del fratello maggiore, il Don Giovanni del condominio. Michele ama cucinare ed é anche molto bravo, ma a gustarne le prelibatezze é solo Alfredo. Da grande vorrebbe diventare Chef saucier. Ama l’ordine Michele ed il profumo fresco e avvolgente del bucato appena lavato e odia ogni tipo di sport, anche il tennis da tavolo. Si sforza molto per cercare di apparire simile all’immagine che pensa che sua madre abbia di lui.

Cesira ogni tanto, per darsi coraggio, lamenta la scarsa se non assente collaborazione in casa da parte dei figli. Se ne lamenta con le amiche e con i parenti donna, ma da qualche parte se ne compiace. Senza di lei i figli sarebbero perduti. Ha paura del fatto che non sappiano fare nulla e ha paura dell’infelicitá in cui precipita spesso perché é lasciata da sola a fare ogni cosa in casa. Cesira ha paura della bizzarria e della libertá della signora che abita nel sottotetto. Nessuno sa come si chiami. Abita lí forse da sempre, da prima di tutti, c’é sempre stata, ma non c’é quasi mai. Non si sa dove vada, di cosa si occupi, se dorme, se mangia. Sembra che abiti da sola. A Cesira piacciono gli abiti che porta la signora, ma lei non li metterebbe mai: sono troppo strani, anacronistici e colorati. Anche i capelli della signora sono anacronistici, ma di quale epoca non si riesce a stabilire, forse del futuro?
La signora ha un’espressione cupa, assorta, assente. Nessun condomino conosce il suono della sua voce. Partecipa a tutte le assemblee condominiali in rispettoso silenzio.
La signora del sottotetto ha paura degli scarafaggi, del vuoto, è claustrofobica e ha paura del buio.

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