Mi hai fatto tremare
di Laura De Santis
Non mi piace stare da solo in casa. Soprattutto adesso che ho quasi dodici anni. Non mi piace affatto restare da solo a pensare ai fatti miei, a vivere di ricordi.
Quando sto per rimanere da solo, lo intuisco subito. Me ne accorgo da come si comportano Omar e Camilla. Soprattutto lei mi guarda con una certa dolcezza e mi offre cibi più ricercati. Ormai li conosco bene e so quando stanno per lasciare la casa.
Mai una volta che si decidano a portarmi con loro. Mi fanno rimanere in queste stanze nella penombra, senza la televisione accesa o almeno la radio. Mi condannano a stare in solitudine nel palazzo che resta ugualmente vuoto. Per cinque minuti al giorno viene Elsa. Viene tutti i giorni, mi porta il cibo e non mi fa nemmeno compagnia mentre mangio, si gira e se ne va. Almeno restasse un po’ a farmi le carezze, almeno mi tenesse un po’ in braccio. Sarò anche anziano, ma sono un sentimentalone.
La cosa che mi fa arrabbiare di più è che Omar e Camilla se ne vanno in estate quando il palazzo si svuota per le ferie e a dicembre quando tutti festeggiano il Natale e il capodanno. E io che faccio? resto solo in casa, senza nemmeno i termosifoni accesi quando voglio io. Quest’anno è stato più difficile degli altri anni. Soprattutto la notte del 31 dicembre. Io me ne stavo solo soletto rincantucciato nella mia tana, tra le coperte e i cuscini per cercare di resistere al freddo e alla tristezza, quando ho sentito un boato che ha fatto tremare i vetri. Al primo scoppio mi sono nascosto sempre più profondamente nella mia cuccia, al secondo, ancora più forte, ho cercato di tirare fuori la testa e capire qualcosa di più. I miei antenati parlavano della guerra e ho pensato che fosse arrivata la guerra anche per me. Ho iniziato a tremare, ho avuto paura e ho gonfiato tutto il pelo. Fino a quando non ho sentito la chiave girare nella serratura e allora ho temuto il peggio e invece… Invece erano Omar e Camilla. Mentre fuori esplodeva tutto la voce di lei mi chiamava. “Tesoro piccolo, buon anno, micino caro”. Ci ho messo un po’ a calmarmi, ma alla fine è stato proprio un bel capodanno!