L’orazione della mantide
di Paola Lombardi
La mantide, signora del bosco, apparve in tutta la sua grazia crudele. La creatura, assimilata ad una divinità, decise, quel giorno di mostrarsi al suo popolo. Non avrebbe mai potuto immaginare che quello non sarebbe stato un giorno come tutti gli altri.
La signora del bosco aveva l’abitudine di comparire dinanzi allo stuolo di creature del suo regno. Interrompeva le loro attività con uno schiocco sibilante che segnava l’inizio della sua orazione. La signora, uno splendido esemplare di mantide, impartiva ordini e accresceva il suo potere attraverso i suoi discorsi che avevano sempre il tono cantilenante delle preghiere.
Si rivolgeva alle formiche, ai ragni, ai tarli, ai coleotteri, alle farfalle, alle api, alle vespe, alle coccinelle, alle cicale, ai bombi e a tutte quelle creaturine che volando, strisciando o rotolando abitavano il regno della mantide. Sprezzante si rivolgeva anche alle api regine facendole fremere di ambizione repressa ad ogni parola. Anche i coleotteri nutrivano non poche perplessità sul potere della mantide e della sua specie, si ritenevano migliori senza aggiungere altro. Il regno della signora del bosco era, in effetti, tutt’altro che solido e felice. Tutte le popolazioni che vi abitavano, comprese le cicale, pensavano di trovare la strategia giusta per strappare lo scettro e la corona alle mantidi e in particolare a quella creatura che si definiva “signora del bosco e imperatrice di tutte le creature“.
Quel giorno apparve, attorniata dal suo esercito speciale, e nel bosco si fece il silenzio e la mantide imperatrice iniziò la sua orazione che aveva il potere di addormentare il suo popolo, gettarlo in una specie di trance dalla quale sembrava non avere scampo. Ma quel giorno, quel giorno accadde un fatto stranissimo.
Un piccolo verme giunse di corsa inseguito da una bizzarra creatura enorme ricoperta di pelliccia. La mantide pensò di poter estendere il suo regno e assoggettare anche il nuovo arrivato che, effettivamente, per qualche minuto drizzò le orecchie ascoltando l’orazione della mantide imperatrice. La creatura si sedette sulle zampe e rimase immobile ad ascoltare, poi, si acquattò e sferrò l’attacco: in un istante colpì con una feroce zampata la mantide signora del bosco, con la coda devastò il suo esercitò e catturò il vermetto solitario.
La signora del bosco invocò aiuto con le zampe spezzate, nessuno giunse in soccorso, il gatto, perché questo era il bizzarro animale giunto nel bosco, si divertì per qualche minuto a giocare con il piccolo corpo della mantide, non se ne nutrì ritenendola non adatta al suo palato.
Il popolo del bosco esultò per la liberazione, ma di certo non trattenne il gatto incoronandolo re del bosco. Piuttosto iniziò un terribile scontro tra le popolazioni per conquistare il potere assoluto.