La piccola rivoluzione gentile di Barbara

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di Rino Tarallo

Era una giornata come tante, di quelle che non avrebbe mai ricordato in futuro. Ennio alla guida della sua Y, vecchia di 20 anni rifletteva , come a volte gli capitava, su cosa pensasse, davvero di lui la gente. Spesso gli era capitato di sentire giudizi poco lodevoli sulla sua persona.

C’era chi gli “spiegava” come quel suo impegno, quel suo “darsi da fare” in politica, nel sociale altro non fosse che un modo come un altro per esorcizzare il suo ateismo militante. Altri semplicemente gli rimproveravano di perdere il suo tempo – tanto non cambierà nulla e poi così togli tempo a tua figlia e ai tuoi cari. Altri ancora come è normale che fosse lo disprezzavano e basta – chissà che interessi ha? E poi basta co’ sto’ comunismo siamo nel 2016… fattene una ragione!

Assorto nei suoi semplici quanto inconcludenti pensieri girò lo sguardo e di scatto fermò la sgangherata Y. Gli sembrava di vedere una donna in terra, probabilmente colta da malore, ed un capannello di signore che cercavano di tirarla su. Quando si avvicinò si rese conto che non c’era nessuna signora svenuta o peggio, a terra c’era una ragazzina, dall’età indefinibile, come di solito sono quelle persone speciali che noi “normali” definiamo down.

La cosa che lo rassicurò era che non si trattava di un malore ma solo di un capriccio né più né meno come aveva visto fare tantissime volte a sua figlia. Eh si’! Barbara era solo stanca e visto che dalla sua bocca le parole, da quando era nata, si rifiutavano di “uscire” quello era il suo modo, speciale ed anarchico, per dire al mondo dei “normali” che non avrebbe proseguito perché era stanca… tutto qui.

Ennio non riuscì a trattenere un sorriso ma visto che la situazione era lungi dal risolversi tornò in auto e prese uno dei 1000, troppi, giocattoli di sua figlia e lo porse a Barbara, che al posto di turbarsi per quello sconosciuto accennò un sorriso, non parlava ma capiva fin troppo bene. Prese la mano di Ennio e il suo regalo e con uno scatto degno di Bolt si fiondò nella vecchia Y. Così, fra lo stupore delle signore, Barbara come una vera regina si accomodò e si fece accompagnare a casa. La casa distava poche centinaio di metri ma per Barbara era pur sempre troppo.

Si lasciarono con un bacio che aveva la forza di un ciclone e fu così che quella giornata ordinaria diventò una giornata da ricordare. Ennio era consapevole che non avrebbe mai visto una rivoluzione in vita sua ma apprezzò così tanto quel regalo di Barbara, quell’insegnamento, quel gesto di ribellione che gli venne da pensare che quell’incontro inaspettato altro non era che la sua piccola e gentile rivoluzione personale.

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