L’importanza di essere Andrea

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Negli anni il calcare aveva otturato i buchi della doccetta impedendole di fare il suo dovere. La nuova, acquistata da una quindicina di giorni, funzionava invece talmente bene che un flusso costante d’acqua calda gonfiava a dismisura la bolletta idrica. Ma per Andrea, vent’anni compiuti da poco, la bolletta idrica era l’ultimo dei suoi pensieri. Non che fosse oltremodo insensibile ma, si sa, a quell’età la mente segue il cuore. E il suo cuore aveva iniziato a battere forte già da qualche mese, da quando aveva avuto il coraggio di dichiararsi a Susan.

In verità la bella e più esperta inglese ci aveva messo del suo nel facilitare il compito ad Andrea, alla sua prima esperienza. “Ti vuoi sbrigare? Papà vuole pranzare”. La voce della mamma riportò Andrea alla realtà. La boccetta di bagno schiuma, interamente svuotata, giaceva inerte in fondo al piatto doccia. Con gli occhi ancora chiusi afferrò l’accappatoio e lo indossò. Il bagno si era trasformato in una sauna. “Cinque minuti e arrivo”, rispose alla mamma che nel frattempo aveva annunciato a gran voce che il capofamiglia si stava innervosendo. Ora il cuore di Andrea batteva ancora più forte, e questa volta non per Susan. Aveva paura della reazione di suo padre, un padre autoritario, possessivo, conservatore, onnipresente, a modo suo. Ma questo non era un problema di Susan. Lei, finite le feste natalizie, se ne sarebbe tornata in Inghilterra in attesa della prossima estate da vivere da innamorati o da separati. Dipendeva da Andrea e dalla sua voglia di comunicare ai propri genitori quanto si amassero. E quella era l’ultima domenica per farlo, una sorta di resa dei conti.

Andrea cercò di rincuorarsi ricordando il suo caro amico, omonimo per un gioco del destino, che aveva vissuto proprio in quel periodo una storia simile alla sua, storia che si era conclusa felicemente. La paura, però, cresceva. Ma l’amore è amore, quello vero abbatte ogni ostacolo. No, non poteva tirarsi indietro, Susan non sarebbe partita senza la certezza del suo sentimento. Bel nome il suo, Andrea, che evocava virilità, coraggio, forza. Tutto ciò di cui aveva bisogno. Entrò in cucina con il cuore in gola. Sentì lo sguardo truce di suo padre. Abbassò la testa, ma poi la rialzò subito. Ora o mai più… Si sentì una persona bella fuori, pulita dentro. E prima di chiedere al suo papà il permesso di essere felice, ricordò con orgoglio ciò che era. Andrea, tra le poche ragazze in Italia a portare un nome prettamente maschile.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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