L’arcobaleno nella valigia (Il viaggio delle Nove Lune)

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Eccomi qua, sono un “bambino”; ancora non so se sarò un maschietto o una femminuccia. Sicuramente so di essere un “bimbo Arcobaleno”, ci chiamano così perché arriviamo dopo che mamma e papà hanno subito il dolore della perdita di un nostro fratellino e sorellina (anche se forse erano solo poche cellule), che saranno nostri angeli custodi speciali.

Sono una nuova vita che sta arrivando, quindi anche se c’è paura, non c’è posto per la tristezza.

Cara mamma, lo so che hai mal di stomaco, con papà che ti coccola, ma non posso farci niente, è un modo di trasmettere il mio amore e la mia presenza; io sento il Vostro infinito amore per me. Purtroppo ci tocca sentire anche tutto il resto,dalle persone intorno a noi, mentre cercano di indovinare il mio sesso.

Secondo loro sono un maschietto se non hai nausee, diventi più bella (già sei bellissima), la tua pancia sarà a punta ed io nascerò un pochino prima del tempo. Sarò, invece, una femminuccia se hai tante nausee, metti un pochino di peso in più, la tua pancia sarà tonda ed io nascerò un pochino dopo. Altre cose sono divertenti da sentire del tipo che se hai tante nausee sono capellone, oppure di non comprarmi le tutine gialle altrimenti mi verrà l’ittero; ma soprattutto se hai voglia di qualcosa da mangiare non toccarti.

I discorsi più belli che abbiamo sentito sono quelli sulla Luna.

Su una cosa hanno ragione, il nostro viaggio è durato nove fasi lunari e sta per terminare.

Mamma, papà preparatevi sono il vostro “Arcobaleno” e sto per arrivare.

Foto di Andrea Stöckel-Kowall da Pixabay

Antonella Branca

Sono nata qualche annetto fa, cresciuta in un piccolo paese ricco di storia e tradizioni, a pochi passi dal mare, dove tuttora fuggo appena possibile. Ho frequentato la biblioteca del mio paese e sono cresciuta con lei, nel 2004 insieme con alcuni compaesani abbiamo fondato un’associazione culturale e creato un piccolo giornale a diffusione gratuita dal titolo “Sciuccaglie”. Sempre in quell’anno con un gruppo di amiche ci siamo occupate del nascente Museo della Pietra e siamo state formate per essere guide turistiche. Appassionata di seggi elettorali e politica, nel 2005 ho svolto un percorso universitario per l’accesso delle donne in politica e nelle istituzioni; lì mi sono innamorata della storia delle donne e della condizione femminile. Ho partecipato, dietro le quinte, a un progetto sulla guerra e le violenze di quel tempo. Nel 2010 ho creato un blog tutto mio, dove raccontare di viaggi nelle tradizioni popolari, nelle ricette italiane e della cucina povera. Ho scritto storie d'amore e di amicizia, e altro ancora. Scherzosamente mi definisco un po' giornalista, un po' food blogger, un po' storica. Ma sognatrice, romantica e solare; schietta, diretta e determinata.  Cerco di trasmettere i sentimenti che catturo nel mio vivere quotidiano, spesso con ironia dico: "Sono una scrittrice, qualsiasi cosa tu dica o faccia può essere utilizzata in una storia". Ho partecipato alla prima edizione del premio letterario “Veroli Alta”, con il testo C’era una volta il paese di pietra, nel 2013 e sempre in quell’anno ho scritto il mio libro auto-prodotto, non in vendita perché è la mia bomboniera di nozze; dal titolo “IL SAPORE DEI RICORDI”. Ho collaborato con varie realtà e dal 2016 con immenso piacere scrivo per voi di tantestorie.it.

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