L’amore tra la sera e la notte
di Paola Lombardi
La sera venne via e se ne andò sotto un lampione ad abbracciarsi con la notte. Vennero via anche le stelle, tutte insieme, si dispersero sul corso nazionale, qualcuna si fermò a bere in un bar, qualcun’altra andò ad accendere una candela nella sola chiesa rimasta aperta.
Alcune discussero con un barbone alleviando la sua tristezza, altre si misero a ballare per la strada deserta. Non c’era nessuno. La luna attraversò il corso nazionale come una regina, grassa, opulenta, vestita di madreperla, rideva senza muovere le labbra e parlava la sua lingua sconosciuta e affascinante. Non c’era nessuno. La sera e la notte restarono abbracciate come nulla fosse, nell’immensa oscurità che riluceva loro intorno. La sera disse: “Non potrei vivere senza di te”. La notte sospirò e aggiunse: “Non sarei nulla senza di te”. Le raggiunse il suono smorzato del canto delle stelle ubriache e all’improvviso lo stridio dei freni di un autobus che comparve inatteso per sostare alla fermata dei tram. La luce scomparve e le parole non furono che sussurri. La sera disse: “Devo andare” e la notte si rabbuiò. Scesero i fulmini, le saette e la grandine dispettosa picchiettò sulle teste scoperte di tutti. Le saette danzavano follemente inebriate dal freddo e dalla pioggia che soffiava su di loro le sue parole di sfida. Una tempesta si annunciò all’orizzonte e colpì la luna nel suo amor proprio. La notte si alzò dal suo nascondiglio e vide la sera ripararsi sotto la pensilina di un negozio chiuso. Si intenerì. In fondo, l’amava lo stesso anche se le sfuggiva continuamente. E che importanza poteva avere che fossero come gemelle, che fossero sì, due lei, invece che una lei e un lui? Che importanza poteva avere?
Spense la tempesta, riaccese le stelle, invitò fulmini e saette a sloggiare, anche se con un certo garbo. E chiese alla luna di tornare a brillare. La luna chiese prima un phon per asciugarsi i capelli e anche le lacrime. La sera era pronta ad andare via, ma si fermò in tempo per vedere il sorriso scintillante della notte e allora… lasciò piroettare un piede con un sorriso dolcissimo. “Non me ne andrò”, disse alla notte e tornarono ad abbracciarsi, confondendosi l’una nell’altra.