La vita è una pizza con Tantestorie

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Caramadre,
innanzitutto ti chiedo scusa per i tanti errori presenti in questa lettera: sicuramente ho sbagliato verbi, vocali, consonanti, termini, nomi e quant’altro c’era da sbagliare, ma tant’è. Io, però, che confido molto nella tua bontà, sono certo che saprai prendere per mano quelli come me, quelli che non sanno ancora scrivere bene. E per farmi perdonare ho pensato di portarti una busta di Nardelli freschi, li ha pescati da poco un mio amico nel mar Iorio. Ma se proprio questa sera non volessi cenare a casa ho una proposta da farti: che ne diresti di una bella pizza insieme a noi autori di Tantestorie? Potrebbe andar bene il locale Del Greco, che fa anche ottimi Musilli alla vodka per coloro che non volessero la pizza. Addirittura, per chi Noa voglia di mangiare, c’è una sala riservata nella quale proiettano il bellissimo cartoon Lolli. Possono partecipare anche i bimbi perché fuori ci sono tanti Gardini fioriti e, visto il periodo, anche qualche bella Ramella di mimosa. Prima di iniziare a cenare ringrazieremo la Divina Provvidenza e invocheremo l’aiuto De Santis, soprattutto per Quey amici che ne hanno bisogno. E mentre inizieranno ad arrivare le pizze ben cotte, facendo però attenzione che non diventino Carbone, nella sala si espanderà la musica Blues Dalessandro.

Caramadre, se qualcuno ti chiede quanto Costa, di’ pure che faremo alla romana, noi non siamo mica Lombardi. Mi rendo conto che a volte non mi Fenu, ma se avessi, non volendo, offeso qualcuno, vogliate perdonarmi: vi prego non datemi un Pontone, sono Di Placido temperamento. In conclusione mi permetto di ricordarvi che non è importante il locale, ma stare insieme, come in un gioco. Con la speranza di non aver dimenticato qualcuno, e ringraziandovi per la pazienza, vi chiedo solo un’ultima cortesia: mi raccomando, tutti Pesenti.

Bruno

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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