La valigia sospetta

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di redazione
“Presto presto c’è una valigia sospetta all’undicesimo piano del numero 13 di via Dante!”

Telefonata, allarme, sirene, allerta.

Evacuato il palazzo a tempi record, tutti in strada, tutti in ansia. Qualcuno è nel panico, qualcun altro ne approfitta per andare a prendere il caffè fuori orario.

Un capannello di gente osserva le operazioni di soccorso. La tensione è altissima, l’angoscia si taglia con il coltello. Le forze speciali, penetrate nell’immobile, mettono tutto a soqquadro per cercare la valigia incriminata e anche qualche indizio per capire, per ricostruire, per spiegare cosa è successo davvero. La valigia viene isolata. Ci sono anche gli artificieri, i vigili del fuoco, i mezzi di soccorso sanitario.

Con molta precauzione, la borsa, una sacca blu scuro, viene aperta con cautela. All’interno, con grande sorpresa degli specialisti, ci sono solo pagine di quotidiani appallottolati e nient’altro.

La città è paralizzata dalla paura e nel palazzo vuoto risuona la risata sincera di uno degli artificieri. Forse, è il suo modo di stemperare la tensione accumulata, gli altri lo guardano e dopo qualche istante di esitazione ridono.

Il pericolo è cessato, tutti ridono. Adesso, la questione passa nelle mani degli investigatori. Bisogna capire da dove sia partita la telefonata, chi sia stato a lanciare l’allarme rivelatosi falso.

L’indagine prosegue a ritmo serrato e in poche ore si conclude con successo. La telefonata è partita da un’abitazione distante circa 3 chilometri dal numero 13 di via Dante, a farla è stata una donna. La valigia è risultata di sua proprietà. Perché l’ha fatto? Per scherzo, ha detto candidamente la donna. Qualche giornalista ha tentato di intervistarla, lei si è mostrata molto fotogenica e molto spigliata davanti ai microfoni. “Sono andata dal parrucchiere stamattina, se volete potete anche riprendermi con le telecamere”.

L’allarme è rientrato. La valigia è stata restituita alla proprietaria insieme alla denuncia per procurato allarme.

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