La sposa di paese

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Sono andato in chiesa a vedere la sposa e poi l’ho seguita al ristorante perché ero tra gli invitati al matrimonio. Veramente un paio di giorni prima ho partecipato pure alla serenata che le ha portato lo sposo.

Sarebbero dovuti venire anche i miei nonni, ma non è stato possibile perché stanno poco bene, tutti e quattro. Però si sono fatti raccontare la festa, nei minimi particolari. Le più interessate si sono mostrate le nonne, c’era da aspettarselo, perché nel paese funziona così. Vogliono sapere come vestono la mamma e la suocera, chi piange di più, chi c’è e chi manca.

«Com’era la sposa?», mi hanno chiesto all’unisono. «Bianca», ho risposto io senza alcuna esitazione. «Bianca sicuramente, ma tutte le spose sono bianche… Qual è la differenza secondo te?». Io ho risposto sicuro: «La differenza è nella felicità che si leggeva negli occhi della sposa che ho visto io. Probabilmente oltre al vestito era bianco anche il suo cuore».

Le mie nonne dovettero ammettere che avevo compreso la differenza più importante, quella che passa tra un matrimonio d’amore e uno di circostanza. Quando si sposano ragazzi del paese è come se l’intera comunità cambiasse vita con loro. Perché tutti in paese sono parenti di parenti, amici di amici, conoscenti di conoscenti, tutti possono raccontare un aneddoto che riguarda i festeggiati o le loro famiglie.

Gli sposi ricevono anche le critiche che nelle alte sfere chiamano gossip, ma quando i genitori piangono lacrime di gioia miste a preoccupazione per il futuro che verrà, tutto il paese partecipa sincero alla commozione. Un giovane che lascia la casa non è una cosa che succede all’improvviso, ma te ne accorgi solo all’improvviso. Nessuno può sostituire in casa il posto che la sposa di paese lascia. Io la conosco bene e, come lei e i suoi genitori, so che non aprirà più la porta e le finestre di quella casa che è stata sua fin dalla nascita.

Rimarrà il profumo dei fiori nei vasi sul terrazzo, ma in paese non la vedremo più aspettare la corriera o il suo amore che viene a prenderla per uscire insieme. Tornerà a trovarci e niente sarà come prima. Ma lo sposo può trasformare la nostalgia dei tempi andati con un sorriso carico di speranza, perché solo lui può confortarla e spingerla verso la costruzione di quel qualcosa di sublime, quell’amore eterno che si sono giurati davanti all’altare. Ed io, come gli altri del paese, guardo la sposa bianca e il suo sposo che ho visto crescere insieme giorno dopo giorno.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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