La speranza ha un volto che sfugge al destino
La speranza ha uno sguardo. Lo sguardo di una donna rivolto verso l’alba. La speranza ha un suono, è il suono dei passi sulla ghiaia e il fremito del respiro concitato di chi ha camminato a lungo. La speranza si veste di tenui sfumature di rosa, di giallo e di azzurro. La speranza respira l’aria fresca del mattino, rabbrividisce e sente il freddo sulla pelle, si stringe nelle spalle, si abbraccia da sola con le mani fredde, sorride con il volto accaldato dalla fatica, ma è felice e sorride ancora. La speranza ha un volto. È il volto di una giovane donna che guarda il sole che nasce mostrandosi di profilo, con lo sguardo rivolto al cielo e la lieve gobba del naso in evidenza.
La speranza non si cura di essere bella, ma vive e respira la bellezza del mondo, la custodisce e la fa risplendere alle prime luci del mattino. La speranza è sincera nell’aria rarefatta di un nuovo giorno che cresce, si volta e guarda gli altri con lo sguardo pieno di pagliuzze dorate. Pensa al futuro e inspira intensamente. Sogna, immagina, vede. La speranza è lì, con la giacca a vento che guarda lontano, è sicura di vedere mille domani nascere e crepitare di miliardi di piccoli sogni fugaci quanto le tremule luci dell’alba. La speranza è quella donna che respira la vita sognando altra vita nel l’ingannevole luce dell’alba.