La mattina in cui mi sono svegliata senza di te

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di Laura De Santis
C’è sempre una mattina nelle nostre vite. Non una mattina qualsiasi, ma quella mattina. Quella unica e sola che rappresenta il risveglio assoluto. Quella mattina in cui niente sarà più come prima. La sera ti addormenti sereno e il mattino dopo sembri una tempesta che travolge tutti i tuoi ieri. Per qualcuno ‘la mattina’ cruciale è la scoperta che Babbo Natale non esiste, per altri è il suono della prima sveglia della vita, per altri ancora è la mattina in cui non c’è più bisogno della sveglia. Per me quella mattina fatale è stata quando te ne sei andato. Abbiamo discusso, va bene, può succedere a tutti, ma quando mi sono svegliata e tu non c’eri ho pensato fossi uscito a fare quattro passi.

Mi sono alzata, ho preparato il caffè, mi sono seduta in cucina e ho guardato l’ingresso. Appesi all’appendiabito non c’era nessuno dei tuoi giacconi. Non potevi averli indossati tutti. Mi è venuto da ridere immaginandoti con tutte le tue giacche addosso. Ho visto che erano le 9 e ho cominciato ad avere una strana sensazione. Sono andata in bagno. Mi è sembrato più grande e spazioso, mancavano tutte le tue cose, anche i panni sporchi. Non volevo capire. Sono tornata in camera da letto, ho aperto l’armadio, era vuoto. Non c’era nessuna traccia di te. Niente. Come se non ci fossi mai stato. Non ho capito. Non ho capito niente. La casa mi è sembrata immensa. Ho afferrato il telefono e ho digitato il tuo numero. Al quarto squillo mi hai risposto, ho provato a dirti “dove sei? Torna da me?”, ma non ho emesso che suoni disarticolati. Versi simili a quelli di una foca, nient’altro sono riuscita a dirti. Ti ho sentito ridere, poi con una voce che non ti avevo mai sentito mi hai detto: “È finita. Addio” e hai riagganciato. Sono rimasta in silenzio, afona e senza parole se non quelle che mi ferivano racchiuse nella mia mente.

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