La candela
di Bruno Di Placido
La candela si consuma un po’ alla volta.
Emette una luce fioca, così dura di più. Alla fine non resta che un pezzetto di spago attorcigliato in fondo alla bugia. Poi ne metti un’altra, quando finiscono tutte acquisti il pacco nuovo. Costa poco una candela rispetto al servizio che offre.
Ti torna in mente il gioco che facevi da piccolo insieme agli altri bambini e lo ripeti: infili l’indice nella fiamma e lo togli subito. Chi non conosceva il meccanismo si scottava e tu ridevi dei loro piagnistei. Però pure di te avevano riso in precedenza, quando ancora non avevi fatto esperienza. Credevi, come gli altri, che tutto fosse frutto di magia, ignoravi che ciò accadeva per un semplice principio fisico: se non dai il tempo alla fiamma di scottarti lei non ti scotta. È una sorta di compromesso, come la vita. Se riesci a capirlo riesci pure a gustartela, fino all’ultima fiammella, senza conoscere il numero di candele a tua disposizione.
Ora vai, la tua bugia è vuota!