Innamoramenti

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Rovine. Solo rovine. Non rimane mai niente dopo il tempo e la storia. Non resta mai niente che possa ricordarci chi siamo stati prima di essere noi. Eppure abbiamo avuto tanti indizi per ricostruire la nostra storia. Siamo stati gatti, piante, siamo stati acqua, respiro. Siamo stati sogni in un mondo di sogni. Siamo stati da qualche parte al riparo, siamo stati in viaggio e abbiamo trovato ristoro.

Siamo stati qualcosa di diverso da quello che siamo oggi. Siamo stati sensazioni, siamo stati sapori, siamo stati molto altro ancora. Siamo stati bolle di sapone, pulviscolo di polvere e siamo stati leoni. Siamo stati anche uomini, forse, e donne, siamo stati stoffe pesanti dipinte di cobalto e siamo stati armonie. Nell’istante stesso in cui ho incontrato i tuoi occhi ho rivissuto per millesimali frazioni di secondo tutto questo.

La storia del mondo intero ha attraversato i tuoi occhi e io ho saputo con certezza di averne vissuto ogni secondo. L’istante esatto in cui i nostri sguardi si sono incontrati, le nostre voci hanno iniziato a sussurrare una preghiera priva di parole. Volevamo reciprocamente piacerci. Qualcosa di indefinito e di casuale aveva liberato l’oscura sensazione dell’appartenenza.

Le rovine, distese davanti a noi, erano di nuovo pietre vive. Sotto il sole cocente, tra la polvere, c’era la certezza di vivere dentro i sogni. Non ero io a parlare, ma tutte quelle che mi avevano preceduto. Non ero più una donna sola, ma l’insieme di milioni di altre donne davanti ad un uomo che era insieme milioni di altri uomini. Non potevamo dire più niente. Non potevamo pensare più niente. E’ stato un istante, il tintinnio di un’emozione, poi le rovine sono tornate rovine. Non è rimasto niente, se non polvere e pietre erose dall’infinito tempo.

Paola Caramadre

Giornalista, autrice e lettrice onnivora e curiosa. Promotrice culturale, 'regista dei libri' e cofondatrice di Tantestorie.it

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