Il miglior tiro di sempre
– Ma è talmente ridicola, come cosa! Talmente sciocca che, se te la raccontassi, mi prenderesti in giro a vita.
Laura incrocia le braccia sul petto e fissa la sua amica che, con occhi curiosi, sembra voler sapere a forza cosa le sia accaduto; l’ha vista entrare in casa leggermente sconvolta ed ora farà ogni cosa per farsi raccontare tutto. Eccola, la sua amica, con quella sua solita, ancestrale avidità di scoprire la magagna, tipica delle comari di paese.
– Vale, è una stramberia, davvero.
Valeria si alza dalla poltrona slombata con un mezzo sorriso.
– Vuoi un caffè?
Goffo tentativo di creare l’atmosfera giusta per una confidenza.
Laura butta fuori l’aria e ride.
– Sei incredibile. E va bene, te lo dico, ma giura che non riderai di me.
Porta una mano sul cuore e alza l’altra, a mo’ di giuramento, mentre Laura si schiarisce la gola.
– Poco fa, stavo fumando su una panchina. Passa un uomo che mi fissa; io faccio finta di nulla e, quando smette di fissarmi, abbasso lo sguardo verso la mia camicetta, credendo fosse accidentalmente aperta, ma era chiusa.
Valeria scoppia in una fragorosa risata.
– Tutto qui? Gli uomini sono così, fattene una ragione: scollature, pantaloni aderenti… sono degli animali, de…
Laura la interrompe con un gesto della mano: non ha voglia di sentire le solite frasi eccessivamente femministe dell’amica, anche perché non ha capito nulla di ciò che sta per dirle.
– Oh mio Dio, Vale! Non è questo. Mi fai finire?
– Ah, scusa. Vai avanti.
Laura deglutisce un po’ infastidita: ha sempre detestato essere interrotta.
– Dicevo: la mia camicetta era abbottonata. Allora mi son chiesta cos’avesse da guardare quell’uomo. Bene, quando ormai aveva superato la panchina dov’ero seduta, senza girarsi, mi dice: non fumare! Io sorrido sorpresa e noto che, quando me lo dice, quel signore fa un tiro a pieni polmoni, butta fuori il fumo e prosegue per la sua strada. Al che, io mi sento di rispondergli. Non seguo mai i conigli di nessuno, figurati di un estraneo che ha il mio stesso vizio.
– E cosa gli hai detto?
Laura s’accende una sigaretta, tanto per stare in tema e, mentre fa il primo tiro – uno dei più soddisfacenti per ogni fumatore – protende il mento, quasi in atteggiamento di sfida, come se quell’uomo si fosse impersonificato in Valeria.
– Gli ho detto: beh, anche lei non dovrebbe fumare! L’uomo si ferma, gira la testa verso di me e inizia a ridere forte. Dopo una manciata di secondi, riprende a camminare e mi dice: sì, ma tu sei giovane!
Valeria assume un’aria smarrita e delusa. Cosa credeva? Che Laura le raccontasse di un’avventura sessuale con un uomo che vale zero? Già: pregustava la descrizione di tutti i particolari ed era già pronta a mettere in ridicolo quell’eventuale uomo, per le sue performance scadenti.
– E con questo? Chissà cosa pensavo. Aaah, Laura!
Il volto di Valeria, dal tocco androgino, si distende ancora in un sorriso, questa volta sarcastico.
– Certo, se a te non sono cose che mettano in ridicolo l’universo maschile non ti interessano, vero? Comunque caschi male, perché non è finita.
Laura strofina la sigaretta finita sul posacenere violaceo.
– Cosa mi dirai, adesso? Che poi è passata una vecchietta che parlava col cane e che ti ha sorriso, un uomo col giornale ficcato sotto il braccio a mo’ di cannocchiale che te l’ha sbattuto in testa, un…
– O-ho-ho-ho, silenzio un po’! Vedi, lo sapevo che non dovevo raccontarti nulla. Io me ne vado.
Laura si alza e prende la borsa.
– Dai, scema! Vieni qui, racconta. Scherzavo. Mamma, che permalosa!
Si alza anche Valeria, che nel frattempo si passa la mano sui capelli corti e castani, ma Laura è già uscita di casa. Scende le scale in fretta e sospira, un po’ pentita per essersene andata a quel modo, ma a volte Valeria è fastidiosa e così prevedibile che non la sopporta. Già: sarebbe stato meglio avesse tenuto per sé quell’evento; meno male che non le ha raccontato delle sue sensazioni, di quello che ha provato, del sogno… l’avrebbe presa per stupida. Valeria è la sua migliore amica, sì, ma a volte non capisce.
Quell’uomo, dopo la frase sul fatto che lei è giovane, ha svoltato a destra. Laura ha provato un moto di mistero, di sollievo, di non sa cosa. Allora s’è alzata senza nemmeno rendersene conto, ha svoltato a destra in cerca di lui e non l’ha più visto. Ha girato la testa a destra e a manca: nessuna traccia del tizio con la sigaretta in bocca. Non sarebbe potuto entrare in qualche negozio, né in qualche casa: il luogo è vasto, non ha strutture, solo ettari ed ettari di terra e verde.
In quel momento, un senso di smarrimento l’ha pervasa tutta. Se questo fosse accaduto in un film, Laura avrebbe pensato si fosse trattato di un angelo. Poi, la notte prima, ha fatto quel sogno. I sogni risalgono alla memoria quasi mai subito, appena ci svegliamo: durante la giornata, quando meno ce l’aspettiamo, ecco un’improvvisa sensazione di shock, di smarrimento, a volte di terrore, che ci fa ricordare che abbiamo sognato una determinata cosa. A Laura è accaduto proprio questo. Ha sognato di fumare ininterrottamente e lei era felice. D’un tratto, un uomo nell’ombra le ha detto di non farlo, di gettare la sigaretta che teneva stretta tra le labbra, perché sarebbe stato rischioso per la sua salute. E Laura, nel sogno, l’ha fatto.
Cammina per la strada, pensierosa. Squilla il cellulare e, senza vedere chi sia, lo spegne all’istante, facendolo scivolare in borsa. Laura sa che ci sia un nesso tra l’incontro con l’uomo misterioso e il sogno. Forse è un avvertimento: d’altronde, in questo periodo, ha fumato moltissimo. È così sotto stress, sotto pressione, che nemmeno si è accorta di fumare così tanto.
Già, può essere che si tratti di un ammonimento. Deglutisce e socchiude gli occhi.
Cammina per strada, affonda le mani nella borsa, tira fuori il pacchetto da venti, sfila una sigaretta e l’annusa: mentre lo fa, chiude gli occhi e sorride. Se la porta tra le labbra, l’accende e tira. Tira con forza e dolcezza insieme.
Il tiro più soddisfacente per ogni fumatore.
E oggi, per lei, è il migliore di sempre.