Il ciabattino ambulante

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Ho conosciuto un ciabattino.
Ma non è un ciabattino normale, è un ciabattino ambulante.
Va direttamente lui dai clienti.
Passa una volta alla settimana. Prima di arrivare al mio paese ne attraversa altri e ovunque fa la stessa cosa. Consegna scarpe, cinte e zaini che ha riparato e prende quelli da riparare. E riscuote il corrispettivo. Non scrive niente, non ne ha bisogno perché tutto ricorda e tutti conosce. Ha lo zaino sempre pieno. E così le mie scarpe tornano nuove e durano una vita. È anziano il ciabattino ambulante, porta i pantaloni alla zompafosso sopra un paio di mocassini che hanno macinato chilometri. Porta con sé anche l’ombrello, dovesse piovere ha bisogno ugualmente di mangiare. Appena arrivato ha emesso una specie di grugnito, sembrava un cinghiale o qualcosa di simile. Ho avuto paura, ma poi è passata subito, ho capito che è il suo modo di annunciarsi. Mi sono affezionato a lui, e penso che anche lui a me perché continua a grugnirmi sorridendo. E io lo aspetto perché il ciabattino ambulante fa parte della mia vita. Ho bisogno di farmi perdonare da lui, però. Io e i miei compagni qualche volta lo abbiamo preso in giro. Abbiamo anche provato a imitare il suo grugnito ma non è uscito lo stesso suono. Quando la sera vado a dormire lo immagino nella sua bottega tra colla, chiodini, suole, martellini, lacci, tacchi e odore di cuoio e pelle…e sento il suo grugnito di gioia fino a che stanco, a tarda ora, se ne va pure lui a dormire.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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