Il caldo

strada
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di Laura De Santis
Avrò avuto sette anni, era estate, le finestre erano socchiuse e le stanze silenziose. Dopo pranzo si andava a riposare. Non volava nemmeno una mosca. Si sentiva solo il ronzio del nonno che russava sommessamente.

I piatti restavano impilati nell’acquaio. Con il fresco li avrebbero lavati.

Io ero una bambina, la più piccola di casa e di riposare non ne avevo proprio voglia.

Fu così che una domenica d’estate uscii in strada. Faceva caldo. Un caldo denso che ti sembrava di poter attraversare. Non sudavo sentivo solo il calore della strada arroventata avvolgermi.

Non c’era nessuno. Mi guardai intorno e vidi un’ombra bianca di polvere venirmi incontro.

Poi, non ricordo più niente. Svenni, fui soccorsa da un lontano parente che mi riconobbe e mi riportò a casa. Non si erano accorti della mia fuga. Mi sentii così scaltra da ripetere l’esperienza anche in seguito perfezionando la tecnica. Una volta sono scappata così bene da non essere più tornata.

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