I precari e la bella addormentata
Ci si ama davvero? Come si fa ad amarsi con la facce spettinate e la pelle stropicciata? Come si fa, dico io, a credere nelle favole?
Io alle favole non ci credo da tanto tempo, altrimenti, oggi come oggi, vorrei essere la bella addormentata. Non per altro, ma per riposarmi un po’. Cosa fa la bella addormentata? Dorme e, alla fine, viene baciata. Ecco, anch’io vorrei non avere nessuna responsabilità nella mia vita. Vorrei dormire ed essere svegliata solo al momento giusto quando tutto è già deciso e già pronto. Invece, vivo nella realtà e devo sempre decidere qualcosa sapendo che sarà la decisione sbagliata. Devo scegliere e così finiamo per amarci come fossimo gherigli di noce trascinati dalla corrente. Sappiamo bene da dove veniamo, ma non sappiamo dove stiamo andando, a mani vuote, senza bagaglio se non gli anni trascorsi e volati via invano. Una mattina saremo svogliati e scontenti avremo le facce stropicciate dei pendolari alle cinque del mattino, avremo i volti imbronciati delle donne che amano troppo e avremo il peso di vivere delle matriarche. Saremo civette che attendono il mattino e non berremo più latte perché avremo il mal di stomaco. Nemmeno allora avremo un lavoro e ci catalogheranno come “ragazzi” tanto per non pagarci il dovuto. Eccoci qua come gherigli di noce trascinati dalla corrente. Eccoci qua precari nella professione e nei sentimenti, passati dall’adolescenza alla vecchiaia nel tempo di un happy hour eppure felici e contenti.