I pesci nel mare
di Laura De Santis
“Guarda ci sono i pesci!”, tutti i bambini, quando sono al mare, esplodono di gioia nel pronunciare questa frase. Sì, vedere quei piccoli esserini guizzanti che saettano nelle acque limpide di spiagge suggestive è davvero bellissimo.
Tutte le volte che qualcuno fa riferimento ai pesci, non posso fare a meno di lanciare un’occhiatina incuriosita per poi mettermi ad osservare attentamente i pesciolini. Tutte le volte, chissà perché, penso sempre di ritrovare il mio Nemo.
Tanti, tanti anni fa, quando ero ancora una bambina, ad una fiera di paese, mio padre mi comprò un pesce rosso. Per la verità non era tanto rosso. Magari più grigio spento con qualche striatura verde. Mi sentii felice quel giorno. E non fa niente che un paio di settimane dopo, mio padre si trasferì a vivere in un’altra città, con un’altra donna, e che non ci saremmo rivisti per lunghi anni e che mia madre trascorse abbastanza tempo a piangere e a disperarsi.
Quel pesciolino divenne il legame, l’unico superstite, tra me e mio padre. Chiacchieravo con quella creatura muta reclusa in una palla di vetro. La nutrivo, speravo mi capisse, speravo mi riconoscesse e, soprattutto, mi illudevo che mi volesse bene.
Un giorno, al ritorno da scuola, la boccia mi sorprese per il suo essere vuota. Sgomenta cercai spiegazioni da mia madre, cominciai a piangere a singhiozzi. Quella era davvero una grave perdita per la mia preadolescenza solitaria. Anche il pesce mi abbandonava! Mi ordinai di credere a mia madre che mi disse che il pesciolino era scappato e si era gettato nell’acqua del water per tornare al mare. Ho sempre saputo che il pesciolino era morto, ma non ci ho mai voluto credere. Per questo spero sempre di ritrovare il mio Nemo. Magari chissà, oggi sarà uno squalo del mare del Nord, uno di quelli che vivono 400 anni.