Ho un amico

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di redazione

Ho un amico. Lo so, tutti hanno almeno un amico, ma il mio è diverso. Ci vediamo sporadicamente, ma non ci perdiamo mai di vista, ci sentiamo ogni tanto, ma se dobbiamo dirci qualcosa di importante… ecco, è in questo che il mio amico è speciale. Se deve dirmi qualcosa di importante, appare nei miei sogni. All’improvviso, mentre sogno altro, compare lui, il mio amico. A volte, invece sono io a chiamarlo, nel senso che nel pieno dell’attività onirica telefono a casa sua e gli chiedo di venire con me nel mio sogno. Ovviamente non mi dice mai di no. Come l’altra notte. Non avevo avuto la forza di chiamarlo nella realtà per lamentarmi che ero stata licenziata e così ho contenuto la depressione incipiente, ho bevuto un bicchiere di vino e mi sono addormentata.

Ho sognato di essere in un paese abbandonato da qualche parte sull’Appennino tosco-emiliano e che il mio amico mi aveva accompagnato perché avevo un appuntamento di lavoro. Poi, che colloquio si possa fare tra quattro casupole abbandonate non lo so, ma, tant’è, era un sogno. Vado all’incontro e torno demoralizzata con i lucciconi agli occhi e trovo il mio amico placidamente allungato su una panca che fuma e guarda il cielo. “Mi hanno licenziato”, piagnucolo senza sosta. Lui si solleva con calma, mi guarda con uno sguardo serafico accentuato da una marcata linea di eyeliner, e mi dice: “La colpa è tua che continui a cercarlo, il lavoro”. Mi è venuto da ridere e mi sono svegliata. Gli ho telefonato davvero al mio amico. Mi ha giurato che era sveglio anche lui, anche se aveva la voce un po’ impastata ed erano le due del mattino. Ma io gli ho creduto. Era sveglio, ne sono sicura, era con me nel sogno…

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