Gli occhi veri
Matteo è un bimbo dagli occhi grandi e profondi. Di quelli che luccicano e sorridono. È bellissimo.
Osserva attentamente il Mondo intorno a sé, fissa i paesaggi fuori dalle finestre. In quei colori cerca qualcosa e i suoni che percepisce sanno diventare musica nella sua mente. Scruta i passi di un gattino grigio e bianco che ogni giorno va a riposare sulla panchina che è nel giardino della sua scuola. Corre nei corridoi per non perderlo di vista. Il gatto prima con movenze eleganti e delicate ispeziona la panchina, poi, dopo un balzo velocissimo, si adagia sulle doghe lignee e pare addormentarsi.
A Matteo piacerebbe accarezzarlo, anzi, più di ogni altra cosa, vorrebbe scoprire il colore dei suoi occhi.
Chissà come sono quegli occhi?
Tante cose avrebbero da raccontargli. Forse è un gattino con una vita difficile, non ha nessuno che lo coccola. O forse è solo. Non ha amici con i quali giocare. Avrà una casa e una famiglia?
Matteo vorrebbe colorare quegli occhi che sono sul suo disegno più bello. Non riesce a completare quel lavoretto e la maestra gli ha più volte chiesto perché il suo gatto non ha gli occhi.
“Hai disegnato questo gattino bellissimo – si rivolge a lui quasi ogni giorno – ma perché hai dimenticato di colorare i suoi occhi? Dai! Scegli un colore e completa finalmente questo disegno! ”
Matteo non risponde e torna sempre alla finestra.
Forse si sente sconfitto perché la sua insegnante non comprende il motivo di quella scelta.
“Non li ho dimenticati” pensa. “Come posso dimenticarli?”.
Un giorno Matteo risponderà alla maestra.
Sa che proverà a farlo. Ma ora non può.
Le dirà: “Maestra non sono mai riuscito a vedere quegli occhi. Come posso colorarli se non so come siano?
Non posso dare al mio gatto occhi che non gli appartengano! È un gattino vero quello che io ho disegnato. E ha bisogno di occhi veri”
E il suo sguardo si posa ancora sul giardino nella speranza che quel gatto comprenda la sua difficoltà.
Ma invece è sempre lì.
Fermo, che si lascia accarezzare dal sole tiepido di primavera o che fugge via se scende la pioggerellina a disturbare il suo riposo. Ma alla finestra non si avvicina mai. Resta sempre lontano e distante.
Intanto nella classe di Matteo si continua a fare lezione, si studiano le tabelline, la storia, la grammatica, mentre lui cerca la verità di cui ha bisogno.