Gli ingranaggi della burocrazia
I ponti crollano, i fiumi tracimano, le strade si sbriciolano e i palazzi si sgretolano. Un’epidemia di disastri irrefrenabile e inspiegabile. A tutto questo si aggiunge un mistero: perché negli uffici aperti al pubblico non c’è mai la persona giusta al momento giusto? Ci sono eventi che sfuggono ad ogni logica e, pur tuttavia, accadono. Purtroppo nel momento meno appropriato. Il rinnovo di una carta di identità è tutt’altro che facile.
Il primo passo è recarsi nel Comune di residenza, rivolgersi all’ufficio anagrafe e chiedere: “Mi scusi dovrei rinnovare il documento di riconoscimento, può aiutarmi?”
Dietro lo sportello si avvicina una figura che squadra l’utente: “Ce li ha i documenti?” chiede con voce sorniona.
“Veramente la mia carta d’identità è scaduta, vorrei rinnovarla. Comunque ho con me il documento scaduto”.
“Ah e quando sarebbe scaduto?”
“Ieri, proprio ieri, soltanto che mi serve per domani, devo firmare una delega e mi servirà la carta di identità”.
“Ah”, risponde indolente l’impiegato dietro lo sportello e, subito dopo, come fosse stato morso da una tarantola, si dimena, scuote il capo e annuncia: “Per domani è impossibile, deve tornare la prossima settimana”.
“Sì, la prossima settimana è impossibile! A me la carta d’identità serve oggi. Mi scusi sa, ma cosa serve per rinnovarla?”
“Non c’è l’ufficiale anagrafe e nemmeno il sindaco… Chi gliela firma la carta di identità? Capisce signora?” La voce dell’impiegato sembra quella di un padre premuroso che spiega alla figlioletta perché non può tornare sulle giostre per la decima volta.
“Ma no, il sindaco è entrato un attimo prima di me, l’ho visto!!”
“Io non l’ho visto!”
“Lo chiami allora”.
“Impossibile, ho l’ordine di non disturbare. Sa che le dico? Si sieda qui in corridoio e aspetti, quando uscirà il sindaco parlerà con lui, va bene?”
“Si ma intanto non può prepararmi il documento”
“E lei le ha le foto?”
“Quali foto?”
“Quelle formato fototessera, no? Vada a farsi le foto e poi torna”
Dopo oltre mezzora torna con il fiatone e la faccia stravolta: “Ecco le foto”.
E porge attraverso il vetro dello sportello le foto all’impiegato. “Mi dispiace, ma non posso fare niente. Perché non ha preso la marca da bollo?”
“Quale marca da bollo?”
“Ah, forse non serve ha ragione lei…, comunque, io devo andare. Oggi ho delle ore di recupero, un impegno in famiglia… devo proprio andare. Mi raccomando lasci tutto qui, la sua carta di identità sarà pronta per lunedì. Grazie. E comunque la prossima volta venga senza fretta, qui siamo al suo servizio. Ma non può chiederci l’impossibile”.