Direzione terra madre
di Paola Lombardi
Conoscete quella sensazione che si prova quando si corre a perdifiato nella campagna? Non ha importanza quanta energia abbiate, non hanno importanza gli anni che sentite nelle gambe, non ha importanza il caldo. Niente ha importanza, soltanto la corsa. La corsa tra le stoppie bruciate dal sole, tra le balle di fieno, su verso la collina e mentre le gambe si muovono all’impazzata sentite la voglia insopprimibile di ridere. Ridere come bambini, con la gioia di chi si sente vivo.
A me è successo. Ho cominciato a correre, nella corsa non ho sentito lo sforzo o la fatica, non ho sentito il tempo, ho sentito solo il cuore battere forte, la faccia arrossarsi e la bocca aprirsi in una risata. Nella corsa ho sentito che non dovevo avere fretta. Non dovevo avere una meta.
Da quella corsa è cambiato tutto. Ho continuato a correre, come un bambino che sfugge per un istante al controllo dei genitori. Ho corso ancora, con negli occhi impressa quella collina baciata dal sole. Ho corso, ho corso verso la mia terra madre. Ho corso verso la libertà.
Le gambe mi si sono fatte leggere, la mente si è illuminata, il cuore si è alleggerito.
Ho fatto la stessa cosa nella vita quotidiana, ho cominciato a rinviare, a non sentire il peso pressante degli impegni, ho corso senza una meta per correre finalmente verso la mia direzione.
Fatelo anche voi, ogni tanto, solo per provare la gioia senza doveri di quella risata infantile che avete sommerso per tanti anni sotto il mare tormentato della quotidianità. Non ci sono solo doveri, c’è anche la corsa, su verso la collina, c’è anche quel sereno perdere tempo mentre si perde il fiato per scoprire un orizzonte nuovo.