Conosceva il tradimento
di Susan Moore
Lo aveva frequentato da sempre.
Lo aveva Incontrato in quei pomeriggi oscuri di feste di adolescenti travestiti da adulti che tradivano. Tradivano amori non ancora sbocciati, tradivano amicizie troppo deboli per sopravvivere.
Con il tempo aveva imparato a conviverci.
Lo fiutava nell’aria, lo vedeva negli occhi.
Erano sempre storie di ormoni ribelli e voglie insoddisfatte.
Si era fatta un decalogo: le dieci cose da osservare per capire, per difendersi.
Aveva trovato che la foto della famiglia felice poggiata sul lato della scrivania era il peggior indizio. Lo aveva capito abbastanza alla svelta. Crescendo conviveva con il tradimento: i cigni sono monogami, gli esseri umani no.
Era un dato di fatto, nessun giudizio. Era stato ed era così, nessuna legge avrebbe potuto restringere ad un perimetro obbligato quelle pulsioni. Era natura. Lo aveva capito.
Il tradimento vero arrivò una mattina e che sia stata estate, autunno, inverno o primavera poco importa. Per la prima volta sentì davvero la lama che entrava nella carne. Non erano ormoni, non erano facili e sottili lenzuola.
La fiducia tradita non si rammenda, come una trama lisa, si lascia andare sempre di più e ad ogni parola molla un’altra fibra ed un’altra ancora.
Era un’altra mattina normale, passò il badge d’entrata al lavoro.
La lama entrò ancora un poco.
Quasi fino al cuore.