Come torrenti montani

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di Paola Lombardi
“Non ho capito. Proprio non ho capito”. La guardò con i suoi occhi chiarissimi simili all’acqua dei torrenti montani. Tentò di guardarla dritto negli occhi cercando spiegazioni. La ragazza, seduta accanto a lui nell’auto, evitò di distogliere lo sguardo dal cruscotto nel tentativo di chiudere la discussione. Lui non poteva arrendersi. Non poteva affidare al silenzio quel momento e sferrò un pugno sordo contro il volante. La ragazza fu scossa da quel gesto e iniziò a piangere come se avesse ricevuto quel pugno in pieno viso. “Ti prego – le disse con la voce impastata di lacrime – dimmi che cosa ti ho fatto”.

In risposta non gli arrivò che il suono dei singhiozzi della ragazza. “Io ti amo”, le disse e lei distolse lo sguardo, si voltò. Il ragazzo percepì il ‘no’ che la sua fidanzata gli diceva senza parlare e iniziò a piangere e tra le lacrime soffocate urlava: “Perché? Perché?”.
“Perché non ce la faccio più. Voglio qualcosa di diverso. Ti amo anch’io ma non abbastanza per restare con te per sempre. Devi capirmi”.
“Sei innamorata di un altro?”.
“No. Non sono più innamorata di te. Non è difficile da capire”.
“Dammi un’altra possibilità. Ti prego”.
“Non posso. Portami a casa”.

Rimise in moto l’auto in silenzio. Ma non riuscì a trattenere il pianto. Lacrime che sgorgarono dai suoi occhi limpidi e chiarissimi. Riuscì a dirle soltanto: ” Sei sicura?”.
Lei annuì, ormai già distante.
Aprì la portiera e uscì senza voltarsi e senza parlare. Il suo addio fu il rumore della portiera che si richiuse. Il ragazzo restò lì con il motore acceso e l’irrefrenabile desiderio di piangere e di essere consolato, con il suo inutile slancio di tenerezza tra le mani.

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