Bestiario umano
1.
LA LIBERAZIONE DEI GALLI
La tecnologia ci ha liberato da tante cose e -si sa – ci ha reso schiavi di altre.
Per i galli è stata sicuramente una liberazione.
L’immagine idilliaca del gallo contro il sole che cantando ne annuncia il sorgere appartiene al passato e al disegno di un vecchio sillabario.
Ormai da tempo anche i contadini hanno la sveglia, magari sul cellulare, e il segnale del nuovo mattino non è più compito del gallo.
Ora che il suo canto ha smesso di essere un lavoro, il gallo canta quando vuole, canta per puro piacere e, chissà, per arte.
In quest’estasi di espressione, accade spesso, come a molti, che esageri, cantando a tutte l’ore.
Qualcuno dovrà pur dirglielo che l’arte è misura e non serve imporla a tutti, indiscriminatamente.
2.
I GABBIANI VOLANO ANCORA
Le grandi ali spalancate seguivano le scie delle barche, le onde del vento; annunciavano la terra, confine del mare.
Una volta re dell’acqua e del cielo, un pennone o una roccia come trono, ora anche il gabbiano è stato esiliato.
Finito il regno e la pesca maestosa, vola basso sulla città degradata, avido e anch’egli corrotto da spazzatura di falsa abbondanza.
3.
TRAGICI RAPACI
Svanito il canto di passeri, cardellini, pettirossi, facile preda di corvi, cornacchie, gabbiani, feroci come gli umani.
A sera, invano, voli di storni dipingono il cielo.
Il nostro sguardo è sordo come le nostre orecchie.
4.
DI FIORE IN FIORE
Tace la campagna di un silenzio crudele e innaturale. Non più ronzii e voli a nugoli posandosi su fiori a fecondarli.
Si è fatto amaro il miele del massacro.
Montagne giallonere giacciono vittime di diserbanti, pesticidi, e incoscienza su terreni sempre più tristi.