Storie e leggende del Titanic, Intervistoria con Claudio Bossi
Una storia raccontata mille volte che conserva, sempre e comunque, un alone di mistero e tante, troppe, zone d’ombra indagate, anzi scandagliate, da esperti, storici e scrittori. Il fascino del Titanic è, forse, proprio questo. Claudio Bossi è tra i massimi esperti del transatlantico che è entrato nell’immaginario collettivo. Lo abbiamo incontrato in occasione del premio “Cronache dal mistero” che si è tenuto agli Altipiani di Arcinazzo lo scorso 5 dicembre e ci siamo lasciati trascinare nel vortice della curiosità. Una lunga e appassionante intervista che ci accompagnerà in questo fine settimana.
La tragedia del Titanic ha ispirato opere letterarie, musicali, cinematografiche. Perché è così forte l’impatto sull’immaginario collettivo anche dopo oltre un secolo?
“Io credo che l’entrata nel mito del Titanic sia dovuta ad una serie di circostanze. Nel 1915, il 7 maggio, un sommergibile tedesco colpì il transaltantico Lusitania, la tragedia fu addirittura più terribile perché questa nave affondò in diciotto minuti ed i passeggeri vennero tagliati in due dalle eliche che continuavano a girare: fu un atto di guerra. Se digitate su internet Lusitania appaiono quattro milioni di voci e se digitate Titanic sono centocinquanta milioni; ora dico che il Titanic è entrato nell’immaginario collettivo per la celerità del passaggio di un trionfo annunciato ad una fine terrificante. Tutta la stampa mondiale che fino poche ore prima ne magnificava la grandezza, le dimensioni e la sicurezza, poche ore dopo si chiedeva ragione del perché fosse accaduto. Dico un’altra cosa: tutte le grandi navi dell’epoca, dal Mauretania al Majestic non faccio l’elenco perché è lungo, non esistono più sono state fuse, sono diventate piloni di ponti o di quant’altro: il Titanic a 3810 metri c’è ancora nella sua massa rugginosa e abbastanza sinistra è ancora in assetto di navigazione. Paradossalmente la scoperta del relitto, avvenuta nel 1985 da parte dell’oceanografo Robert Ballard, ne ha vivificato ancora più il ricordo ed ha animato anche una serie di cattivi abitudini che sono quelle di andarne ad asportarne dei pezzi. Il Titanic c’è ancora!”
Lei è considerato tra i massimi esperti della storia Titanic, cosa l’ha spinta a raccogliere ogni dettaglio della vicenda?
“Il Titanic ha speronato l’iceberg alle 23:40 del 14 aprile 1912 ed è affondato dopo centosessanta minuti. In quei centosessanta minuti credo sia andata in scena la rappresentazione dell’uomo nei suoi aspetti di ferocia, violenza ed anche di umanità ed eroismo. Mi sono sempre chiesto perché ci furono così tanti bambini di terza classe morti ed il loro numero fu superiore a quello dei passeggeri maschi di prima classe sopravvissuti. Allora, la vecchia regola del “Prima le donne ed i bambini” non è stata rispettata. Ecco la differenziazione sociale, che è uno degli elementi caratterizzanti della tragedia del Titanic, è stato il movente che mi ha indotto ad occuparmi ed a scrivere di questa storia.
Sin dai primi anni 2000 è nata l’idea del sito web, di cui mi occupo. Le mie ricerche non si sono mai fermate, il sito (www.titanicdiclaudiobossi.com) lo aggiorno e lo arricchisco continuamente. Poi, per la casa editrice Giunti, ho pubblicato il libro “Titanic- Storia, leggende e superstizioni sul tragico primo e ultimo viaggio del gigante dei mari”.
Penso di aver fatto un bel lavoro. E questo non lo dico per vanteria ma lo asseriscono i miei oltre mille visitatori giornalieri (visitatori di ogni angolo del mondo) del mio sito internet, e il numero di copie vendute del mio volume. Sono appunto grato a chi entra nel mio sito ed ai lettori del mio libro, che mi dimostrano affetto e stima, anche a chi mi scrive solo per darmi dei suggerimenti, che sono gli stimoli essenziali per un ricercatore”.
Nel corso delle sue ricerche ha raccolto anche leggende e superstizioni legate all’affondamento del transatlantico. Perché? Potrebbe raccontare qualche dettaglio particolare?
“Dobbiamo innanzitutto pensare che la vicenda del Titanic risale agli inizi del XIX secolo, in un periodo dove lo spiritismo era parte integrante della società dell’epoca e contava diversi milioni di seguaci. Quindi non mi stupisco più di tanto quanto sento raccontare di queste storie. Aggiungo poi che di presentimenti, di premonizioni, di messaggi dell’occulto appunto, il Titanic è tutto un fiorire, chiamiamole così, ma non è proprio il termine esatto, “leggende”, tutte che miravano a sostenere che il Titanic fosse in qualche modo un predestinato.
Potrei stare qui delle ore intere per citare tutte queste “storielle”, mi limiterò a raccontarne alcune, nella speranza di non annoiare i lettori.
Partiamo già dal lontanissimo 1874, quando una poetessa americana Celia Thaxter scrisse un inno funebre inneggiando una nave che collideva con un iceberg. Nel marzo 1886 un giornalista inglese, di nome William Stead, pubblicò un articolo in cui si descriveva di una notevole perdita di vite umane in mare, a causa della mancanza di un numero sufficiente di scialuppe di salvataggio. Poi, nel 1892, in un altro racconto lo stesso autore immaginò un naufragio in Atlantico, di una nave che entrò in collisione con un iceberg. La cosa tragica, e veramente sconcertante, è che l’autore di queste novelle, William Stead, era passeggero del Titanic e morì nel naufragio.
Nel 1898 ossia 14 anni prima della tragedia del Titanic, uno scrittore americano, Morgan Robertson pubblicò un libro, “Futility” in cui raccontò la storia di una grandissima nave passeggeri estremamente lussuosa, chiamata Titan e definita “inaffondabile”. Durante il suo viaggio, partenza da New York arrivo in Inghilterra, la nave arrivata a nord dell’Oceano Atlantico urtò un iceberg che la ferì mortalmente in una fredda notte d’aprile. Morirono circa 3.000 persone perché le scialuppe di salvataggio non furono sufficienti a mettere in salvo tutti i passeggeri: una storia del tutto simile a quella del nostro Titanic: è l’episodio di gran lunga più impressionante di apparente precognizione dell’affondamento del Titanic.
Ed anche alla partenza del viaggio del Titanic c’erano stati dei segni che erano stati considerati dalla marineria estremamente indicativi. La nave si era appena staccata dal molo quando, per un risucchio della scia del Titanic, un’altra nave, il New York, era stata evitata per appena un paio di metri! Un altro segno lo si ebbe il giorno dopo a Queenstown, e fu l’apparizione su un fumaiolo di una presenza diabolica. In realtà si trattava di un inserviente, di un fuochista che aveva voluto giocare uno scherzo agli amici che lo seguivano dalla banchina e si era affacciato da uno dei fumaioli. Segni che sono stati considerati preoccupanti, sicuramente segni di un nervosismo ed indicativi di un qualcosa che non andava per il giusto verso.
Non dimentichiamoci di un’altra storia altrettanto allettante che è legata alla presenza di una mummia a bordo del Titanic, ma di questa storia, e di tantissime altre, ne potete leggere sia nel mio libro sia nel mio sito”.
Leggi la seconda parte dell’intervistoria
a cura della Redazione di Tantestorie.it