“Behind the museum – La vita segreta dei musei” – intervistoria con Alessandro Moriccioni
Appassionato di storia, esploratore di misteri e divulgatore di indiscussa capacità, Alessandro Moriccioni ci conduce in un viaggio sorprendente e affascinante nei musei del mondo. La novità editoriale del mese è infatti il suo ultimo lavoro “Behind the museum – La vita segreta dei musei“.
Vanti una lunga esperienza come storico, come appassionato di archeologia e come divulgatore. Come nasce la volontà di raccontare le scoperte scientifiche e soprattutto le scoperte storiche?
“Io sono soprattutto un divulgatore. La divulgazione scientifica serve per presentare al grande pubblico e rendere attraenti argomenti di cui altrimenti non si occuperebbe mai. La mia passione nasce da lontano, è qualcosa che ha sempre fatto parte di me, ho iniziato ad esprimerla attraverso articoli, libri e anche attraverso diversi documentari. In realtà, la divulgazione scientifica non è altro che la capacità di trasferire la propria curiosità a chi ti guarda o a chi ti ascolta e ti legge. La divulgazione scientifica serve ad una cosa principalmente: ad insegnare alle persone a farsi domande e ad insegnare alle persone a ragionare con la propria testa”.
Hai appena pubblicato un libro molto interessante “La vita segreta dei musei”, di che cosa parla questo libro?
“Come dice il titolo Behind the museum, cioè dietro il museo, la vita segreta dei musei parla del dietro le quinte dei musei. Di tutto quello che sta dietro il concetto di museo, da come viene concepito, non solo architettonicamente, a quello che è il percorso espositivo interno per arrivare alla vita di coloro che fanno il museo e vivono il museo. Ho raccontato delle figure che costituiscono il museo e tutti i segreti, i dettagli e le curiosità che abbiamo scoperto durante il percorso che abbiamo fatto. In questo libro ci sono, insomma, tutte le persone che abbiamo incontrato in tutto il mondo che ci hanno raccontato tutta una serie di aneddoti interessanti e curiosi”.
Questo libro è un viaggio intorno al mondo alla scoperta di musei anche molto particolari ce ne sono alcuni molto bizzarri ce ne vuoi parlare?
“Sì, ce ne sono alcuni bizzarri che espongono oggetti bizzarri come il museo dei cuori infranti che si trova a Zagabria che espone oggetti che sono stati donati da persone comuni e che ricordano il motivo per cui è finito un amore. Il museo itinerante ha raccolto molti reperti visto che in modo terapeutico in molti hanno donato questi oggetti. Uno dei pezzi forti è un nano da giardino che è volato sul parabrezza dell’auto nuova di uno di questi mariti che poi è stato lasciato. Un altro luogo curioso è il museo di collari per cani si trova a Leeds nel castello Leeds Castle dove tra i tanti collari ce n’é anche uno di un cane da guerra, identificato da un numero, lo stesso con cui venivano chiamati i cani arruolati nell’esercito. qualcuno è anche sopravvissuto come il cane che possedeva questo collare. Un museo stranissimo che mi ha molto colpito è il Vigamus che è un museo del videogioco che si trova a Roma in cui è esposto un pezzo particolare per il cui rinvenimento, è stato fatto per la prima volta uno scavo archeologico applicato ad un videogioco. Erano finite nella leggenda le cartucce di Et, un videogame ispirato al film che non era andato tanto bene sul mercato. Ritirate dal commercio le cartucce erano state riposte in una grande discarica. L’esatta collocazione della discarica era ignota al punto da diventare una leggenda. Fino a quando un archeologo non è andato a scavare e non ha ritrovato questi oggetti che uno di questi si trova proprio nel museo di Vigamus.
Stai usando una metafora molto interessante a proposito dei musei, come se fosse una creatura viva quindi perché è così importante conservare la memoria e affidarla ad un museo?
“Conservare la memoria è fondamentale perché è come se tu avessi un album di foto, sai quelle foto degli anni 80 di non hai neanche il negativo, sono stampate e stanno lì, se non hai cura di quell’album e quell’album va distrutto o perso hai perso una parte della tua memoria che non puoi recuperare. Il museo è proprio così per noi. A volte, un museo può anche morire, può anche chiudere non è un’istituzione perenne. La metafora che faccio spesso è quella dell’essere vivente le pareti di un museo sono l’animale o l’uomo le sue collezioni sono i suoi organi interni le persone che si occupano di queste collezioni sono i globuli bianchi che le difendono noi che siamo i visitatori siamo i globuli rossi che entrano con il loro carico di ossigeno che portano al museo. E ognuno ha una storia da raccontare”.