Regressione suicida, la filosofia di Salvatore Massimo Fazio
A cosa serve oggi la filosofia? Chi sono i filosofi?
Immaginate un mondo senza maestri e senza allievi, immaginate di svegliarvi nel pieno della vostra coscienza e di non essere dipendenti da nessuna idea preconcetta. Immaginate di non avere più timori reverenziali e di poter vedere il mondo nella sua nudità. Immaginate di poter abbandonare le speranze. Immaginate di poter comprendere di essere stati ‘suicidati’ in origine e con questa consapevolezza iniziare a vivere, la vostra vita reale, il vostro tempo reale.
Eccoci penetrare nel cuore di “Regressione suicida“, l’opera che chiude la tetralogia del filosofo catanese Salvatore Massimo Fazio. Un cammino affidato alla sintesi degli aforismi che si muove tra due punti, da una parte Emil Cioran dall’altra Manlio Sgalambro, passando per Ismail Kadare. Eccoci nel cuore del nichilismo cognitivo, sintesi del pensiero del filosofo Fazio che il giornalista Emilio Orlando e l’enfant prodige Giulio Penna hanno contribuito a rendere più comprensibile al vasto pubblico. L’occasione per incontrare il filosofo Salvatore Massimo Fazio è stata la presentazione del libro edito da Bonfirraro Editore presso la libreria Mondadori di via Piave a Roma.
Un brillante dialogo a tre voci che ha visto gli interessati interventi del pubblico. Attraverso le teorie di Fazio, il nostro presente, il nostro tempo, gli strumenti tecnologici che utilizziamo ogni giorno assumono un ruolo diverso, si evidenzia la stupidità umana, si ‘mangiano’ i maestri, si ricompatta la dimensione dell’essere umano rinato solo dopo aver compreso la necessità di abbandonare le speranze, che non significa essere passivi, anzi.