Letteratura e musica, dagli Appennini alle Ande
Tre giorni per parlare di letteratura e di musica, ma anche di lingua, di didattica e di emigrazione. Tre giorni per celebrare la lingua e la letteratura italiana. Dove? Molto lontano dall’Italia, a Mendoza, ai piedi delle Ande, in Argentina.
È un incontro, promosso da ADILLI (Associazione Docenti e Investigatori di Lingua e Letteratura Italiana), che si ripete ogni anno in una città diversa dell’Argentina, paese dove i legami con l’Italia sono forti, risalgono alla fine dell’ottocento quando cominciano le grandi migrazioni che portano tanti Italiani negli Stati Uniti e in America Latina.
Basta guardare l’elenco telefonico di qualunque città dell’Argentina per scoprire quanti siano i cognomi italiani. Dalla fine dell’ottocento, in successione, gli Italiani sono sbarcati su questa terra e hanno contribuito alla costruzione del paese, della sua identità, della sua economia, della sua lingua; alla modifica del paesaggio e delle città.
In molte università e istituti si insegnano la lingua, la letteratura e la cultura italiane e i corsi sono seguiti sí da discendenti di Italiani che vogliono in questo modo approfondire le loro origini ma anche da altri, con origini diverse, che amano la nostra cultura.
Ogni anno i soci di ADILLI scelgono un tema diverso presente nella letteratura. Il tema di quest’anno per il congresso di Mendoza era Letteratura e Musica. Sono stati invitati a partecipare con le loro conferenze prestigiosi docenti e studiosi come il professore e musicologo Roberto Favaro dell’Accademia di Brera e dell’Università della Svizzera Italiana che ha aperto i lavori del congresso con la sua conferenza dal titolo “L’ascolto del romanzo: paesaggio sonoro e musica nella narrativa italiana tra fine ‘800 e ‘900”; Il professor Alfredo Luzi dell’Università di Macerata, il professor Elvio Guagnini dell’Università di Trieste, la dottoressa Loredana Cornero Segretaria Generale Comunità Radiotelevisiva Italofona, la dottoressa Silvia Giugni della Dante Alighieri di Roma, la professoressa Margherita Orsino dell’Université de Toulouse e il professor Walter Zidarič dell’Université di Nantes. Folta è stata anche la presenza di docenti e studenti da tutte le facoltà del paese.
La sede del congresso è stata la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Statale di Cuyo (la regione di cui Mendoza è la capitale federale) e l’organizzazione era a carico della professoressa Maria Troiano, docente di Letteratura Italiana e Direttrice del Dipartimento di Letras. Lungo le tre giornate del congresso è stato reso omaggio a Bassani, alla Deledda, a Pirandello, alla Ginzburg e a Umberto Eco e sono stati presentati vari libri.
È stata un’occasione importante per imparare, approfondire, conoscere e scoprire. È stata soprattutto una festa della letteratura, della musica, della condivisione, dell’amicizia, con nuovi e vecchi incontri. E, essendo Mendoza terra di vigneti e di cantine, è stato anche il momento della celebrazione del lavoro di tanti Italiani che hanno importato la cultura delle vigne, degustando ottimi vini. Magari accompagnato dal suono di un pianoforte e dalle arie di opere interpretate da cantanti che arricchiscono il panorama musicale della città.
Si è parlato di come la letteratura racconti la musica, i suoni e i musicisti; di come diventi, a volte, essa stessa musica e suono, come da questa unione nasca una simbiosi perfetta nell’opera lirica e nelle canzoni. Come, unendo letteratura, musica, cultura ed educazione si possa sognare ancora di cambiare il mondo, o di farne almeno un luogo dove si possa continuare a vivere.