Parlo col vento (Poesia furi concorso - Gliu Vient Art Festival)
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Parlo col vento,
parlo e lui mi risponde,
scuote i soffici capelli
come flebili foglie
cadute dall’albero,
come la rada vallata
pettinata dall’impetuosa
folata, mi carezza il viso
con la sua forza,
con la sua veemenza.
Parlo col vento
con le sue parole
fugaci e trasparenti,
loro si perdono lungo
le valli, spronano
le rapide di un fiume,
ululano alla luna come
un lupo affamato,
poi si placa il vento
e si nasconde non so dove,
parlo e lui mi risponde,
scuote i soffici capelli
come flebili foglie
cadute dall’albero,
come la rada vallata
pettinata dall’impetuosa
folata, mi carezza il viso
con la sua forza,
con la sua veemenza.
Parlo col vento
con le sue parole
fugaci e trasparenti,
loro si perdono lungo
le valli, spronano
le rapide di un fiume,
ululano alla luna come
un lupo affamato,
poi si placa il vento
e si nasconde non so dove,
lo sento ancora vibrare come
una scossa penetrante,
come un timoroso tremore,
come l’agitare incessante
del mare.
Ascolto il suo respiro
filtrante tra le pareti
del mio animo,
la sua melodia ha
la nota più alta
in un preludio
alla forza della natura,
io direttore d’orchestra
di questo concerto
apro le braccia ad
onorare la sua prestanza,
la sua furia che si fa
dolce al calar dell’ombra,
parlo col vento,
lui mi ha risposto.
una scossa penetrante,
come un timoroso tremore,
come l’agitare incessante
del mare.
Ascolto il suo respiro
filtrante tra le pareti
del mio animo,
la sua melodia ha
la nota più alta
in un preludio
alla forza della natura,
io direttore d’orchestra
di questo concerto
apro le braccia ad
onorare la sua prestanza,
la sua furia che si fa
dolce al calar dell’ombra,
parlo col vento,
lui mi ha risposto.
Paolo Fonzi