Vorrei un caffè
“Ti aspetto al bar in via Moro”. Così mi ha detto mio cognato e visto che non è ancora arrivato io mi prenderei un caffè del quale ho proprio bisogno. Mentre mi avvicino al bancone risuona la voce di mio cognato: “Dai sbrigati. Che fai ancora lì”. Mi volto per dirgli che vorrei un caffè ma lui mi legge nel pensiero e mi fa: “Te lo prendi dopo il caffè. Ora è tardi”. E mi strattona per trascinarmi in macchina.
Con mio cognato è sempre così. Lui decide e io lo seguo. In fondo lui è l’imprenditore di famiglia. Da quando c’è lui lavoro anche io. Solo quattro volte a settimana ma guadagno abbastanza. E poi se ha bisogno di aiuto mi chiama. Questa è una di quella volte. Non so dove andiamo, ma andiamo. Solo che io vorrei un caffè. Allora sbadiglio. A bocca aperta e spero che mio cognato se ne accorga.
Invece parla al telefono e non mi vede. Finalmente ferma la macchina e mi dice: “Io vado lì, Aspettami. Siamo in divieto”. Annuisco, ma vedo un bar di fronte e allora ci penso e dopo qualche minuto scendo chiudo la portiera e attraverso la strada diretto al bar. Entro, saluto e mi dirigo al bancone ma c’è tanta gente. Aspetto, è quasi il mio turno, vedo la barista guardarmi e sento la voce di mio cognato che strilla: “Ci hanno fatto la multa. Imbecille dovevi restare in macchina. Andiamo!” e di nuovo mi trascina via.
Sospiro stipato nell’auto, lui grugnisce offeso. Non parliamo. Poi arriviamo davanti a un magazzino e ci fermiamo. Ci viene incontro un uomo che abbraccia calorosamente mio cognato, saluta anche me. Lo seguiamo nel capannone. Loro parlano, io mi estraneo. Non capisco quasi niente. Ad un certo punto sento chiaramente: “Posso offrirvi un caffè?”. Io sbatto la testa dicendo sì, sì, sì. Lo dico a voce alta. Mio cognato si alza di scatto e dice: “Grazie ma dobbiamo andare”. E mi trascina via ancora una volta. “Ma vuoi un altro caffè. Ne hai presi due solo da quando stai con me. Il caffè fa male caro mio”. “Non ne ho preso nessuno”, rispondo io. E lui: “Come no? Abbiamo preso una multa perché sei andato a prenderti il caffè”. Non ho la forza di rispondere. Mio cognato ha sempre ragione. Però lo vorrei un caffè…