Non agitiamoci troppo
“Non mi agitare! Smettila! Non ti sopportò più. Ma cosa avrai poi da lamentarti? E poi perché mi tocchi sempre? Lasciami stare! Sei insopportabile. Una persona insopportabile! Come farà Gianfranco a sopportarti proprio non lo so. Ti conosco da dieci minuti ma già ti trovo insopportabile. E poi con questa voce stridula, questo continuo lamentarti di qualcosa, di qualcuno. E togliti questi occhiali da sole mentre parli con le persone! Ti sembra educato? Che diresti se il tuo interlocutore si nascondesse dietro uno schermo nero? Non lo sai che gli occhi sono lo specchio dell’anima? Io proprio non lo so. E poi non mi toccare in continuazione! Non mi agitare! Smettila! Si vede che sei una ragazzina viziata. Non mi agitare ti ho detto! Piantala!”.
“Fa proprio caldo oggi. Non ce la faccio più”. La ragazza nascosta dietro gli occhiali scuri sventolava il menù del bar per farsi vento. Non faceva altro che agitare una lattina di acqua tonica ancora chiusa sul tavolo. Dopo aver sbuffato un’altra volta aprì la lattina e il liquido esplose in una pioggia vischiosa di bollicine zuccherate espandendosi sul tavolo e sul vestito della ragazza.
“Te lo avevo detto che non dovevi agitarmi troppo!”.