L’universo femminile
di Paola Lombardi
Le voci si rincorrono incessanti, si accavallano l’una sull’altra, si intrecciano, ondeggiano, si tacciono e ricominciano. Un flusso inesauribile di parole, di frasi, di sospiri, di sguardi, di espressioni che restituiscono l’idea della sorpresa, dello stupore, dello sgomento, della desolazione e della consolazione.
Il cicaleggio delle donne nel cortile, è la colonna sonora inesauribile delle domeniche mattina. Si ritrovano tutte insieme, come pecorelle vestite di nero con i fazzoletti in testa davanti il sagrato della chiesa. Si prendono per mano, si avvicinano, si sussurrano parole a bassa voce. Ci sono donne bambine, anziane, adulte che sembrano già vecchie e donne che hanno la durezza dei volti di montagna.
Si ritrovano nello stesso angolo della piazza all’ombra delle pergole profumate dei glicini. Le loro confessioni che sembrano un canto salmodiato durano pochi minuti. Sono fugaci momenti prima dell’inizio della messa della domenica mattina. Poi si disperdono tra i banchi, si isolano nelle loro preghiere. La loro domenica è finita quando il prete dice “amen”. Oggi, non si vede più quello sciame di donne vestite di scuro, è rimasto solo il glicine che fiorisce un segreto custodendo per sempre il segreto di quelle chiacchiere da donne.