La stella dell’Apocalisse
“Smettila di bere!” Urlò l’enorme donna con il grembiule a fiori. E come una nemesi si avventò sull’uomo anziano intento a versarsi con le mani tremanti un bicchierino di acquavite. Malgrado l’aspetto fragile l’anziano schivò il colpo e difese la sua bottiglia. E con un’alzata di spalle replicò: “Io bevo come e quanto mi pare”.
La donna rossa in viso rimase a guardarlo con l’indice alzato e mentre l’anziano usciva gli disse: “Se continui a bere così verranno a prenderti i diavoli dell’Apocalisse”. Ora presso certe culture rurali le maledizioni hanno un potere straordinario e gli anatemi delle donne valgono più di quelli del papa. Per questo l’anziano stringendosi al petto la sua bottiglia fece alcuni gesti scaramantici.
Si avviò per la campagna. Si diresse verso il suo compare che pascolava le mandrie di vacche bianche vicino al fiume. Era un posto bellissimo. Un’enorme pianura disabitata. Avrebbero potuto farci una pista di atterraggio e nessuno avrebbe sentito il rombo degli aerei. Con la sua bottiglia sotto il braccio agitò la mano libera per salutare l’amico che rispose con un fischio prolungato. “Ti offro da bere” disse e l’amico si insospettì e chiese spiegazioni. Allora l’anziano raccontò che la moglie non solo voleva impedirgli di bere ma gli aveva lanciato una maledizione “verranno a prenderti gli angeli dell’Apocalisse”
Entrambi risero per dissimulare la malcelata paura. Al terzo bicchierino sentirono un rombo sordo. Si voltarono a guardare il cielo e videro una palla di fuoco precipitare dalla volta celeste a tutta velocità. Tremarono, si strinsero forte l’un l’altro e in preda al terrore si gettarono bocconi a terra mentre la mandria di vacche correva all’impazzata emettendo versi folli. Poi la terra tremò e i loro corpi furono scossi e sentirono le ossa gracchiare come vetri rotti. L’anziano gridò: “Dio salvami e non berrò mai più” e tra sé l’amico inveì contro il compare che gli aveva riversato addosso la maledizione della moglie.