Il viaggio della Ninfa Alla scoperta del bellissimo parco dei Monti Aurunci
Ciao sono Arys, una ninfa del mare. Oggi è il mio compleanno e Re Poseidone ha deciso di regalarmi un viaggio sulla terra emersa, posso scegliere io dove andare.
Decido di recarmi in luogo di montagna ma dal quale posso vedere il mare, per non sentire troppo la nostalgia di casa.
Arrivata a destinazione mi appare la mia guida turista, l’elfo Aurunc, il custode di quel posto; un bellissimo parco. Iniziamo la nostra gita, non ho molto tempo, il comportamento errato degli umani fa sì che l’aria non sia pulita e limpida ed io ne soffro.
La mia attenzione si ferma subito su una costruzione lineare, di pietra, malandata; Aurunc mi spiega che è una trincea della guerra, che quel posto è stato vittima di tanto dolore. Mi commuovo a quel racconto e dal mio viso scendono delle lacrime, cadono una pianta strana, vado per toccarla e mi ferisco. L’elfo inizia a ridere, dicendomi che si chiama strame o stramma come dicono gli abitanti di quel posto; è conosciuta proprio come erba taglia mani e per molti anni è stata fonte di ricchezza per i popoli di quella terra che la lavoravano intrecciandola o usandola come coperture di abitazioni.
Inizia a soffiare il vento e un profumo intenso, pungente mi avvolge: sono le erbe spontanee di quella terra, l’origano e la salvia. Mi avvicino a un ruscello, ho bisogno di rigenerarmi a contatto con l’acqua e vedo una piccola anguilla, mi accorgo che è spaventata; infatti, ecco arrivare una poiana che la afferra e la porta via. E’ la legge della natura.
Si fa notte, troviamo riposo in una struttura di pietra chiamata caprareccia, proprio perché serviva per il riparo di questi animali.
Mi sveglio di buon mattino, devo tornare a casa, mi è piaciuta questa gita, un giorno ci ritornerò.
“Pioggerillina di maggio, arcobaleno crea; mi tuffo nei colori e torno a casa mia”.