Il coro di Eugenia

Coro ligneo di Santopadre
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Gli spifferi dell’aria fredda dell’inverno mettono a dura prova la fede dei parrocchiani.

La pioggia che batte sulle vetrate laterali e con massimo vigore sul tetto copre musica e parole. Il piccolo coro sembra muovere solo le labbra, ma è lì, e basta a se stesso. È come un camino acceso in un angolo della casa di cui di tanto in tanto si ode lo scoppiettio della legna e lo scintillio della fiamma. Non pretende nulla da te, se non un ciocco di legna di tanto in tanto. Può ardere in eterno, se tu vuoi.

E così volano gli anni. I bambini diventano grandi mentre gli adulti si incamminano sul viale del tramonto. È il coro di Eugenia, che accompagna momenti lieti e tristi eventi. E se ti chiedessero cos’è il coro di Eugenia tu risponderesti che è una cosa bella. E come tutte le cose belle non avrai mai una vera idea del suo valore fino a quando non lo perderai.

Ma come quel fuoco che non si spegne mai se metti un po’ di legna, esso canterà per l’eternità. È coro e core… Ci sono la prima voce, la seconda, la terza e pure la quarta. Ce ne sono tante di voci; melodie che ti entrano dentro e lì restano per sempre. È un coro variopinto, gli adulti si mescolano ai giovani, ma non sempre quelli della domenica sono gli stessi delle prove e viceversa. Non c’è coro senza prove, non ci sono prove senza coro. E se fosse una scusa per stare insieme? Ed è un via vai di gente dove solo tu ci sei da sempre.

Chitarre umorali, note ballerine, organi restaurati, la voce del popolo che non ha fatto alcuna prova ma canta lo stesso. Un coro bello, tenuto conto delle difficoltà; più che dignitoso, a detta degli esperti.

Eugenia, che conosci il canto e la musica, ma di te colpisce il tuo sorriso con il quale riesci a coinvolgere intere generazioni. Ti accorgi degli anni che passano dai tuoi figli, dalla notte di Natale quando si rabberciavano dormienti e beati tra i banchi ad oggi che gironzolano autonomi e servizievoli nei pressi dell’altare a leggere, suonare, cantare e fare i chierichetti. E mentre da fuori della chiesetta giunge la eco di quattro calci ad un pallone, tu sai che il coro di Eugenia sarà sempre più maturo di quando ha iniziato e sempre più giovane di quando smetterà.

Bruno Di Placido

Volontario della V.d.s Protezione Civile di Cassino, impegnato in vari aspetti del sociale, lettore e, da qualche anno, anche scrittore con un’ambizione dichiarata: riuscire a fondere ragioneria di cui vive e prosa con la quale sogna.

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